mercoledì 24 novembre 2010

"Acquabenecomune.org" Hera si mangia l'Acam di La Spezia


Fonte: www.acquabenecomune.org
Hera si mangia l'Acam di La Spezia

Il Gruppo Hera, multiutility emiliano-romagnola, e Acam La Spezia hanno raggiunto un pre-accordo che dovrebbe portare una fusione nei prossimi anni tra le due società. Per ora Hera salirà a una quota tra il 45 e il 49% dell'azianda ligure.
La annunciata firma dell'accordo di incorporazione, anche se "graduale", di ACAM in Hera conclude il percorso della sua privatizzazione, partito dalla scelta di trasformazione del Consorzio in S.p.A. La "multiutility", quotata in Borsa e, anche se formalmente "padrona" solo entro il 49% del capitale ACAM, piena di privati, italiani e non, viene presentata come la "salvatrice", mentre i "contratti di solidarietà", appena rifiutati dai lavoratori, sono solo il primo di una lunga serie di tentativi di penalizzazione del personale. In realtà questa operazione porterà vantaggi solo alle banche ed ai privati; i lavoratori saranno ulteriormente "tagliati", sia nel salario che a livello occupazionale, mentre l'utenza, in particolare quella domestica, vedrà ulteriormente lievitare le tariiffe, senza alcun miglioramento reale del servizio ricevuto.

sabato 20 novembre 2010

"La Nazione" articolo del 20 Novembre 2010

«Duecento esuberi da assorbire con i pensionamenti»

STROZZI CONFERMATO L’ACCORDO

Fonte: valdimagranews.it

«ACAM è smaniosa di riappropriarsi della credibilità che un tempo le apparteneva, avendo al proprio interno le professionalità adeguate. Avviamo un percorso con Hera per ridare stabilità economica e finanziaria all’azienda e rafforzamento industriale». Lo ha detto Ivan Strozzi, amministratore delegato di Acam, poco dopo aver posto la sua firma all’accordo ed aver invitato il mondo istituzionale all’indispensabile coesione e l’opposizione politica alla critica costruttiva. Il manager, da due anni al timone di Via Picco, ha spiegato le mosse per giungere «all’integrazione, al temine delle quali, e dopo una verifica congiunta, si potrà parlare di famiglia comune». Prosegue l’operazione di analisi della due diligence: sotto la lente di esperti e consulenti passeranno i bilanci, in particolare con riferimento alla posizione finanziaria e al margine operativo lordo. Uno studio che Hera dovrà valutare prima della decisione di entrare nel capitale di Acam a maggio e successivamente alla vigilia della fusione vera e propria. Tra i passaggi che condurranno allo storico accordo riveste un ruolo preminente il piano di ristrutturazione del debito. Non è una mera operazione finanziaria ma una soluzione che porta una fetta consistente del disavanzo in capo ai Comuni. Circa 140 milioni, il valore della costituzione di due New Co, società patrimoniali. Entrambe totalmente pubbliche: la prima detiene tutto il patrimonio idrico e il relativo debito; la seconda che è costituita dall’impianto di Cdr di Saliceti e il relativo debito. Altro passaggio saliente del memorandum, come ha spiegato Ivan Strozzi, sarà la condivisione del piano industriale. Acam e Hera si metteranno intorno a un tavolo per decidere insieme i presupposti operativi e finanziari alla base del piano che conduce fino al 2012 per proiettare la società verso il 2015. Il memorandum recepisce anche il rispetto dell’accordo sindacale di San Valentino. In buona sostanza non ci saranno licenziamenti e verrà mantenuta la territorialità occupazionale. Sul fronte personale Tomaso Tommasi, presidente di Hera, ha osservato che Acam oggi non ha i numeri per essere competitiva. Ivan Strozzi ha aggiunto che gli esuberi, in tutto 200, saranno assorbiti grazie ai pensionamenti previsti secondo i tempi del piano industriale fino al 2015 e il patto con i sindacati. L’ad di Acam infine ha ribadito: «L’operazione dei contratti di solidarietà è indipendente dal processo di aggregazione con Hera. L’azienda, in fase di rilancio e di contenimento dei costi, intende proporla proprio perché il rapporto tra lavoratori e impiegati è troppo sbilanciato. Dovrebbe risultare di 1 a 4 invece in Acam su mille dipendenti 421 sono amministrativi».
M.P.

venerdì 19 novembre 2010

"La Nazione" articolo del 19 Novembre 2010

Nozze con Hera, organici garantiti e dote da 10 milioni

Ecco cosa prevede il memorandum che sarà firmato oggi pomeriggio in Comune dai due presidenti Tommasi e Garbini

Fonte: valdimagranews.it

di MANRICO PARMA
UN PRIMO effetto l’accordo tra Hera e Acam l’ha già avuto: a Piazza Affari il titolo della società emiliana ha guadagnato ieri l’1,82 per cento (1,45 euro per azione) sulla scia del positivo apprezzamento dell’annunciato memorandum con la multiutility spezzina, presupposto della progressiva integrazione dei due gruppi. Oggi, infatti, inizia ufficialmente il percorso industriale per arrivare alla fusione per incorporazione entro il 2012, attraverso una serie di articolati passaggi successivi.
L’APPUNTAMENTO è alle 15,30 in Comune, dove sono attesi per la firma il presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vignano e quello di Acam Paolo Garbini, insieme all’ad Ivan Strozzi. Il patto viene stretto sotto con il parere favorevole degli analisti economici. Gli esperti di mercato, valutando i parametri del debito e la potenzialità economica, considerano in sostanza appetibile la società Acam e una buona operazione l’annunciata fusione. A Piazza Affari restano tuttavia le perplessità sui tempi e i modi della riduzione dell’indebitamento di Acam, condizione propedeutica all’ingresso di Hera attraverso un aumento di capitale riservato da 10 milioni di euro in cambio di una quota tra il 45 e il 49 per cento entro fine 2011. La multiutility bolognese mette dunque inizialmente sul piatto dieci milioni, così come previsto da uno dei primi passaggi contenuti nel memorandum. Il punto più atteso del documento sull’accordo quadro tra le due società riguarda il personale. I vertici Acam nella trattativa con Hera avrebbero ceduto su diversi punti ma non sul famoso accordo di San Valentino del 2009. Il memorandum lo ripercorre passo per passo: non ci saranno licenziamenti e verrà mantenuta la territorialità occupazionale. L’accordo tuttavia andrà riscritto con la partecipazione di Hera. Tra gli impegni più urgenti non sfugge la chiusura del ciclo rifiuti, con l’indicazione della discarica di servizio. Oltre a portare a regime lo smaltimento, l’operazione consentirà un risparmio ingente di risorse: 10 milioni l’anno. Salvo ripensamenti il sito dovrebbe essere quello di Rocchetta Vara, come riferiamo a parte. Riduzione del debito, dicevamo. Da un anno Acam sta lavorando alla costituzione di due società: quella reti e quella dell’impianto di Saliceti. Gli acquedotti e la struttura di trattamento diventeranno di proprietà dei comuni per un valore assegnato di circa 160 milioni. Impegno che gli enti si accolleranno per far fronte al deficit finanziario della società partecipata di via Picco.
NON FA PARTE del memorandum la partita della moratoria con le banche in scadenza a fine anno. Il management punta ad un ulteriore allungamento dei tempi, sulla scia di prospettive favorevoli grazie alla fusione con Hera. Per arrivare alla fusione, l’azienda è pronta a far fronte alla necessità di liquidità anche con la vendita degli immobili e con i ricavi che ammontano a 210 milioni l’anno. L’obiettivo è quello di ridurre il disavanzo di 170 milioni di euro dai livelli attuali (256 milioni di euro a fine 2009) scendendo entro la fine del prossimo anno attorno agli 85 milioni di euro, in linea con il debito atteso.

"Cronaca4" Accordo Hera-Acam

giovedì 18 novembre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 18 Novembre 2010

Acam - Hera, c’è l’accordo e domani sarà firmato

La progressiva integrazione prevista entro il 2012

Fonte: valdimagranews.it

AMERIGO LUALDI
HERA e Acam, accordo raggiunto. La multiutility emiliana e il gruppo spezzino sottoscriveranno domani a Bologna il memorandum che delinea il percorso industriale e finanziario per arrivare alla progressiva integrazione di Acam entro il 2012. Lo comunicano i due gruppi in una nota congiunta, ufficializzata ieri in serata, dopo la chiusura del mercato borsistico in cui è quotata Hera. Si spiega così la riservatezza del presidente di Acam, Paolo Garbini, che ieri pomeriggio, nel corso dell’audizione davanti alla commissione consiliare delle società partecipate, pur confermando «vicino di pochi giorni»l’accordo, non ha ufficializzato alcunché. L’accordo si legge nella nota prevede il contributo sia dei soci di Acam sia degli istituti finanziari, oltre che di Hera, a un «percorso di ristrutturazione di Acam che vedrà, da un lato un rafforzamento industriale e, dall’altro il conseguimento di una situazione economica e finanziaria equilibrata e sostenibile, anche attraverso lo scorporo di reti e impianti idrici» e la cessione di immobili «nei prossimi mesi». La strada dei prossimi mesi prevede la definizione di un accordo quadro «entro la prima parte del 2011» e il conseguente primo ingresso di Hera nel capitale di Acam con una quota tra il 45% e il 49%«, mentre l’integrazione sarà conclusa «entro l’anno successivo». Le parti percorreranno «con determinazione » la strada verso l’aggregazione, conclude la nota. Davanti alla commissione delle società partecipate presieduta da Giacomo Gatti, Garbini ha fatto il punto della situazione aziendale e risposto alle domande dei consiglieri. SITUAZIONE FINANZIARIA «Il bilancio semestrale al 30giugno di quest’anno dice che abbiamo aumentato i ricavi da 97 a 117milioni, il margine operativo lordo da 9 a 12 milioni e quasi dimezzato il risultato netto, ossia il debito,da9milioni e856milaa5milionie400milaeuro ha snocciolato il presidente di Acam Ciò significa che abbiamo avviato una significativa politica di risparmi: in due anni 13 milioni e rotti in meno di costi di gestione». Ha quindi puntigliosamente fattori ferimento alle varie voci: riduzione delle ore di straordinario, del parco automezzi aziendali, dei telefoni e dei carburanti. CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ Lo “schiaffo” ricevuto dai sindacati ha lasciato il segno e Garbini conta di riprendere il dialogo nell’incontro fissato per martedì 23. «In tre anni avremmorisparmiato4milioni e mezzo di euro senza perdere neppure un posto di lavoro Mi sarei aspettato maggiore collaborazione da parte dei sindacati. A questo punto mi aspetto che da loro parta qualche proposta. Sono disponibile a valutare altre soluzioni , magari quella di allargare l’ammortizzatore sociale a tutti i 970dipendenti del gruppo e non soltanto a 421» IL PIANODEI RIFIUTI Piena sintonia con la linea della Provincia e su quanto asserito dal presidente, Marino Fiasella, circa l’individuazione della discarica di servizio a Rocchetta Vara. Anzi, Garbini è ancora più esplicito. «Ci siamo rotti le palle. A Rocchetta andrà del materiale assolutamente inerte, il sovvaglio del cdr prodotto nell’impianto di Saliceti. Ho letto di proteste a Brugnato ma è ora di dire basta. Non possiamo rinunciare a risparmiareil65%deicosti(153euro a tonnellate per mandare il sovvaglio a Scarpino a frontedei40nel caso di una discarica provinciale) solo per la campagna elettorale di unocheprende38voti», ha tuonato riferendosi al vicesindaco ed esponente della Lega Nord brugnatese, Claudio Galante. LO STIPENDIO DI STROZZI Tallonato da più parti dal presidente della commissione,Giacomo gatti, dal consigliere dell’Idv, Giacomo Guerri Garbini ha risposto alla domanda circa l’opportunitàdi elargire grossomodo300mila euro lordi all’anno all’amministratore delegato, Ivan Strozzi. «L’amministraore delegato e il presidente guadagnano esattamente 39.172 euro lordi all’anno, il 60% degli emolumentidel sindaco, come previsto dalla legge. Poi a Strozzi è stato fatto un contratto da dirigente, come succede in tutte l società di questo mondo. Dico soltanto che, rispetto ad precedente, guadagna il 50% in meno». Soltanto che aggiungiamo noi Acam si è accollata per nove mesi,finoagiugnodel2011anchelo stipendio del dirigente comunale, Massimiliano Curletto, passato al libro paga della società di via Picco. SOCIETÀ DELLE RETI Entro la fine dell’anno i tecnici nominati dal tribunale per periziare una parte delle reti dovrà esprimere il parere necessario alla costituzione della società costituita dai Comuni soci che ha assicurato il presidentediAcam «èquasiprontainquantoil915dei socihadeliberato circa la rispettiva adesione». “In fieri”, a detta di Garbini, anche lanewcoperlagestionedel’impianto di trattamento rifiuti di Saliceti. «La garanzia viene dalla Provincia che cimetterà 3milioni di euro».

"La Nazione" articolo del 18 Novembre 2010

ACAM - Un colosso che serve un bacino di tre milioni di abitanti

CHE E’ IL PARTNER

Fonte: valdimagranews.it

MA CHI E’ il partner di Acam? Hera è una delle maggiori multiutility italiane, leader a livello nazionale nei servizi energetici, idrici e ambientali e opera nelle province di Bologna, Modena, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini e Pesaro-Urbino, servendo un bacino di 3 milioni di abitanti con circa 6.700 dipendenti. Nel 2009 ha venduto 2,8 miliardi di mc di gas, oltre 7.000 GW/h di energia elettrica e 260 milioni di mc di acqua e ha trattato circa 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti. La società è quotata in Borsa dal giugno 2003 e nel 2009 ha realizzato un fatturato di oltre 4,2 miliardi di euro. La mission del Gruppo Hera è essere “la migliore multiutility italiana per i suoi clienti e gli azionisti, attraverso l’ulteriore sviluppo di un originale modello di impresa capace di innovazione e di forte radicamento territoriale nel rispetto dell’ambiente».
La nota ufficiale diffusa ieri sera da Hera dice testualmente che «il conseguimento dell’obiettivo condiviso dai consigli d’amministrazione delle due società prevede il contributo sia dei soci di Acam, sia degli istituti finanziari, oltre che di Hera, a un percorso di ristrutturazione di Acam che vedrà da un lato un rafforzamento industriale e dall’altro il conseguimento di una situazione economica e finanziaria equilibrata e sostenibile, anche attraverso lo scorporo di reti e impianti idrici, nonché dell’impianto cdr di Saliceti e la cessione di immobili nei prossimi mesi».

"La Nazione" articolo del 18 Novembre 2010

Acam-Hera, lo storico matrimonio è fatto

SVOLTA LA MULTIUTILITY BOLOGNESE ACQUISIRA’ FRA IL 45 E IL 49% DELLE AZIONI. IL PROCESSO COMPLETATO IN DUE ANNI

Domani la firma ufficiale del memorandum che fissa il percorso per l’integrazione

Fonte: valdimagranews.it

FORSE è il caso di preparare gli anelli perché le nozze è deciso che si faranno. Fissato anche il giorno: Hera e Acam sottoscriveranno domani il memorandum che delineerà il percorso industriale e finanziario, permettendo alla holding spezzina l’integrazione con quella bolognese (il cui completamento è previsto nel 2012). La multiutility spezzina vedrà un rafforzamento industriale e quindi potrà, forse, vivere giorni sereni grazie al raggiungimento dell’equilibrio economico e finanziario, obiettivo raggiunto anche attraverso lo scorporo di reti, impianti idrici, di quello per il trattamento dei rifiuti di Saliceti e la cessione, nei prossimi mesi, di immobili. Un percorso che apre una prospettiva industriale sovraregionale e che prevede dapprima la stipula di un accordo-quadro entro l’inizio del nuovo anno con l’ingresso di Hera nel capitale di Acam, per una quota tra il 45 e il 49 percento. Solo dopo la strada si spianerà definitivamente verso il completamento della procedura. In attesa del giorno che sancisce l’inizio della salvezza del Gruppo Acam, il presidente Paolo Garbini ha incontrato , ieri a Palazzo Civico — senza sapere a quanto pare che a Bologna nelle stesse ore si stava raggiungendo la storica intesa — i componenti della Commissione di controllo sulle società partecipate dal Comune, fornendo delucidazioni sull’ attuale situazione economica e finanziaria dell’azienda.
ALL’INCONTRO erano presenti, il presidente della Commissione Giacomo Gatti, l’assessore Davide Natale e i consiglieri comunali Giulio Guerri, Alessandro Gai, Simona Cossu, Andrea Stretti, Marcello Delfino e Sauro Manucci. «Un incontro importante — ha commentato Giacomo Gatti, presidente della Commissione — che ci permette di chiedere al presidente Garbini chiarimenti sulla gestione, sul rapporto con le banche, sui contratti di solidarietà, sui rapporti con i business soprattutto acqua e rifiuti, sul patrimonio e sulle procedure che condurranno all’effettiva integrazione con Hera».
«I ricavi sono passati da 97800 milioni a oltre 117 milioni — ha spiegato Garbini — con un valore aggiunto del 5 percento. L’ebitda, il margine operativo lordo, nel consultivo 2010 è pari a 12 milioni e 603 mila euro rispetto ai 9 milioni 672 mila dell’anno precedente: un delta di quasi 3 milioni. Il debito netto del gruppo si è dimezzato, attestandosi a 5 milioni e 400 mila euro ma dodici mesi fa era di 9 milioni 853 mila». Il presidente di Acam ha ribadito che nessun dipendente perderà il proprio posto di lavoro e che la stessa holding bolognese assicurerà la territorialità occupazionale: si delinea forse un futuro migliore per i 1045 dipendenti, che attualmente sono soggetti a contratti di solidarietà.
Laura Provitina

"Primocanale.it" ACAM-HERA raggiunto l'accordo

Fonte: Primocanale.it del 18/11/2010 per vedere il servizio clicca sull'immagine

mercoledì 17 novembre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 17 Novembre 2010

Discarica a Rocchetta, la Val di Vara insorge

INDIVIDUATA DALLA PROVINCIA

Il presidente Fiasella tranquillizza: «Nessun rischio. Verrà depositato il residuo inerte prodotto da Saliceti»

Fonte: valdimagranews.it

AMERIGOLUALDI

ENTRO il 2011 tutte le discariche della provincia verranno bonificate echiusementrenel2012comincerà adoperare quella di servizio di Rocchetta Vara. Tirato per la giacca da più parti,non ultimo dal sindaco,Massimo Federici, il presidente della Provincia, Marino Fiasella, sostiene che il cerchio della gestione dei rifiuti verrà chiuso, come previsto dal piano provinciale. «Ormai l’impianto di Saliceti lavora a pieno regime e raccoglie i rifiuti dell’intera provincia spiega Vengono prodotte 2.800 tonnellate di frazione inerte e biostabilizzata al mese che serviranno per bonificare e chiudere tutte le discariche ancora esistenti sul territorio, secondo i progetti di ripristino ambientali elaborati da Acam : quelle di Varese ligure, Borghetto Vara, Bonassola, Val Bosca, Carro, Vallescura». È stata deliberata l’autorizzazione per Bonassola dove tre o quattro camion al giorno trasporteranno il sottovaglio, cioè la frazione inerte prodotta a Saliceti. Seconda tappa, l’apertura dell’ex cava di serpentino di Gravegnana (Rocchetta Vara), circa 350 mila metri cubi di capienza, come unica discarica di servizio dell’intera provincia. La scelta di una discarica di servizio e la graduale estensione della raccolta differenziata sono i due fondamenti della questione tenendo conto, peraltro, che La Spezia è l’unica provincia in Liguria ad avere l’impianto di Boscalino per il compost e quello di Saliceti per il cdr.Ese da parte degli amministratori della Val di Vara il “no” all’ipotesi Rocchetta fosse perentorio? «Intanto, nel 2012 dobbiamo arrivare al 65% di raccolta differenziata, in modo da abbattere anche la quantità del materiale inerte da stoccare in discarica continua Fiasella Tengo a ribadire, inoltre, che non si tratterà di una discarica come comunemente la gentesi immagina bensì di un sito in cui verrà depositato del residuo inerte, risultato da un trattamento tale da poter essere utilizzato,mescolato a terra, per la bonifica e il ripristino ambientale. Azzerato anche il rischio di percolato poiché si tratta di un rifiuto asciutto». Già dal 2003, il Piano provinciale dei rifiuti indicava tre opzioni: Le Gronde a Bonassola, Rocchetta e Mangina a Borghetto Vara.L’opzione Bonassola è stata abbandonata causaglialti costi per le opere strutturali a carico del gestore Acam.Attualmente, il materiale inerte viene inviato nella discarica genovese di Scarpino. Altra questione e altri costi riguardano il cdr (combustibile da rifiuto) prodotto a Saliceti dalla lavorazione dei rifiuti. Ne vengono prodotte circa 45mila tonnellate l’anno,spedite prima a Isernia,poi a a Lodi e Pavia.Ora si parla di inviarlo via nave in Spagna perché assicura Fiasella si spendemeno. Per quanto riguarda la differenziata, l’obiettivo è il porta a porta per il 17% della popolazione entro l’anno e la progressiva estensione a tutta la città entro il 2012. Il progetto si concluderà a giugno 2012 ponendosi di raggiungere il traguardo del 65% di rifiuti raccolti inmodo differenziato, partendo dall’attuale 26%. Vediamo alcuni dati. Dall’ottobre 2009 all’ottobre 2010, in provincia sono state prodotte circa 100 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati di cui 18 mila inviati all’impianto “Costa Mauro” di AlbianoMagra, 6 mila a Valbosca e 76mila a Saliceti. Il costo per la produzione e lo smaltimento del cdr è aumentato da 155 a 185 euro.Di quest’ultima cifra, 85 euro sono per la produzione del cdr o per Costa e 100 comprensivi di trasporto (40) e incenerimento (60) fuori provincia.Le circa30mila tonnellate di sottovaglio (rifiuto inerte) vanno invece nella discarica genovese di Scarpino a cui paghiamo 50 euro a tonnellata nel caso di prodotto considerato di buona qualità e80euro(ciò succede nella percentuale maggiore) per quello ritenuto mediocre.

"Cronaca4" ACAM, venerdì 19 la firma del memorandum con Hera



Fonte: Cronaca4.it

La Spezia 17 Novembre 2010 ore 19:11:29
ACAM, venerdì 19 la firma del memorandum con Hera
Comunicato congiunto delle due aziende

Hera e Acam annunciano in un comunicato congiunto che sottoscriveranno venerdi' prossimo un memorandum per affrontare un percorso industriale e finanziario per arrivare alla progressiva integrazione dell'utility ligure nella societa' emiliana.

Il conseguimento dell'obiettivo condiviso dai rispettivi Cda, spiega la nota, prevede il contributo sia dei soci di Acam, sia degli istituti finanziari, oltre che di Hera, "a un percorso di ristrutturazione di Acam che vedra' da un lato un rafforzamento industriale e dall'altro il conseguimento di una situazione economica e finanziaria equilibrata e sostenibile, anche attraverso lo scorporo di reti e impianti idrici, nonche' dell'impianto di combustione da rifiuti di Saliceti e la cessione di immobili nei prossimi mesi. Entro la prima parte del 2011 e' prevista la definizione di un accordo quadro e l'ingresso nel capitale di Acam da parte di Hera con una quota tra il 45% e il 49%, primo passo dell'integrazione prevista, da completarsi entro il 2012, al conseguimento delle diverse iniziative identificate e condivise e dei relativi effetti economico-finanziari."

"Cronaca4" ACAM, con il fiato sospeso. Garbini: Accordo con Hera vicino

Fonte: Cronaca4.it

La Spezia 17 Novembre 2010 ore 17:11:08
ACAM, con il fiato sospeso. Garbini: “Accordo con Hera vicino”
Riunita la commissione partecipate del Comune

Ore di grande attesa per la vicenda ACAM. Si riunisce la commissione partecipate in Comune per fare il punto sulla situazione, ma novità sostanziali, se si escludono i progressi negli assetti finanziari, che non è poco, non ci sono ancora. Tutto ruota ancora attorno all’accordo con la multi utilities bolognese Hera, l’aggregazione che dovrebbe segnare un punto di svolta definitivo in questa storia intricata, salvaguardando i livelli occupazionali, ottimizzando gli assetti produttivi e gestionali e rilanciando lo sviluppo. Fiato sospeso, quindi, per eventuali passaggi che potrebbero giungere anche in tempi ravvicinati.

Lo ha ribadito Paolo Garbini, il Presidente di ACAM: “E’ una trattativa delicata e complessa, ci saranno presto nuovi sviluppi, siamo vicini. La situazione attuale di ACAM? Lo stato di salute è buono, la semestrale ci conforta. Sotto il profilo finanziario ACAM ha più ricavi e diminuito i costi di gestione. Abbiamo ridotto tutti i costi a partire dal personale, con il blocco del turn over secondo accordi sindacali; poi riduzione di reperibilità, straordinari, spese telefoniche, riduzione degli automezzi del 25%. Abbiamo risparmiato anche sotto il profilo della dirigenza, oltre il 50% dei costi dal 2008. E per gli amministratori il 60%.”

Un quadro positivo sottolineato anche da Davide Natale, Assessore alle partecipate, che è intervenuto sulla richiesta da parte dell’azienda di applicare i contratti di solidarietà che ha scatenato forti polemiche tra i lavoratori e dissenso nelle organizzazioni sindacali: “La richiesta è solo un tassello in un mosaico complesso, c’è stata un forte processo di riorganizzazione in ACAM che non si è conclusa e nel quale, a partire dai Comuni, tutti hanno operato un’assunzione di responsabilità. In questo quadro si può chiedere la stipula del contratto di solidarietà che non è certo l’anticamera del licenziamento, al contrario, lo scopo è salvaguardare l’occupazione dei lavoratori.”

Giacomo Gatti, PDL, Presidente della Commissione partecipate, è intervenuto non senza qualche polemica: “Dopo alcuni mesi nei quali abbiamo accettato l’invito di lasciare lavorare l’Amministrazione ed il management adesso vogliamo capire dove siamo arrivati. Abbiamo notizie gravi, di abbandono sulla gestione ordinaria e quotidiana, denunciate dagli stessi sindacati. Vogliamo conoscere le prospettive. Da mesi ci viene detto che siamo ad un passo dall’aggregazione con Hera, noi siamo d’accordo, ma speriamo che sia a condizioni favorevoli per il territorio e dei lavoratori. Vogliamo chiarezza sui contratti di solidarietà, sulla situazione finanziaria ed i rapporti con le banche. Insomma, vogliamo un quadro della situazione completo per una vicenda che oltre i lavoratori, interessa tutti i cittadini della provincia.”

Marco Ursano

domenica 14 novembre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 14 Novembre 2010

VERTENZA ACAM - La Cgil: stop ai contratti solidarietà «Basta inadempienze»

Fonte: valdimagranews.it

«IL PERCORSO di aggregazione con Hera, che abbiamo sempre condiviso in alternativa alle sciagurate ipotesi di commissariamento o fallimento, necessita di alcune condizioni indispensabili non ancora raggiunte: la fusione per incorporazione di Acam Acque in Acam Spa, la costituzione della “Società delle Reti” con relativo scorporo del debito, la costituzione della società per la gestione dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Saliceti con ulteriore scorporo del debito, la chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso l’apertura di una discarica di servizio».E’ il severo incipit di un documento stilato al termine dell’assemblea del personale dell’Acam iscritto alla Filctem Cgil. Sulla scorta di questa premessa anche la Cgil dopo Cisl e Uil sbarra la strada ad un’intesa sui contratti di solidarietà. «L’applicazione dei contratti di solidarietà significherebbe si legge nel documento un’ulteriore richiesta di sacrificio ai lavoratori, mentre invece l’attenzione va concentrata sulla messa in sicurezza dell’azienda ». La Cgil, richiama piuttosto « l’obbligo morale di portare a compimento l’azione di responsabilità verso i colpevoli del disastro ». L’assemblea ha richiesto alla Filctem Cgil, non registrando alcuna novità per quanto riguarda la costruttiva ripresa del confronto sulle problematiche irrisolte, di compiere i passi già preannunciati per richiedere direttamente alla proprietà, nelle sedi opportune, di far fronte agli impegni che il management non ha saputo o voluto assumersi.

mercoledì 3 novembre 2010

"Cronaca4" Fiasella scelta la Discarica



Fonte: Cronaca4.it

La Spezia 03 Novembre 2010 ore 17:34:29
Fiasella: “Troppo cemento, fermiamoci”. Federici: “Assurdo, gli spazi pubblici per verde, cultura e spettacolo sono i nove decimi del progetto”. di Enzo Raffaelli

La discarica di servizio per i residui del ciclo di lavorazione dei rifiuti trattati a Saliceti. La Provincia l’ha individuata o no?

FIASELLA: Le discariche di servizio sono indicate nel piano provinciale del 2003. Quel piano diceva: basta rifiuti tal quali in discarica, cioè la rumenta che puzza e fa percolato. Oggi, con Saliceti a pieno regime che tratta i rifiuti di tutta la provincia, le cose sono cambiate. Si produce il cdr che viene messo sul mercato e il sottovaglio inertizzato. E’ per questo inertizzato che non manda odori che serve la discarica. Accoglierà 2800 tonnellate di inertizzato al mese, circa 30 mila tonnellate l’anno, mentre, prima di Saliceti, le tonnellate di rifiuti da abbancare in discarica erano più di 100 mila.

Quale sarà la discarica?
FIASELLA: Dovrebbe essere quella della Rocchetta. Ma l’inertizzato potrebbe servire a bonificare e chiudere le altre discariche in provincia.

Renzo Raffaelli

martedì 26 ottobre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 26 Ottobre 2010

ACAM - Stipendi pagati dai colleghi

ACAM CHIEDE AL SINDACATO DI APPLICARE I CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ

Buste paga ridotte a 421 dipendenti per dare lavoro ai 38 in esubero

Fonte: valdimagranews.it

Amerigo Lualdi
TRENTOTTO tra indiretti, impiegati e quadri delle sette società del gruppo Acam sono in esubero per cui l’azienda chiede di applicare i contratti di solidarietà a 421 dipendenti. In pratica, gli indiretti eccedenti potranno continuare a lavorare grazie ai colleghi che si ridurranno di tre ore e mezza la settimana l’orario di lavoro e,di conseguenza, lo stipendio. Da tale misura valevole per un anno più un eventuale secondo Acam conta di beneficiare di risparmio medio annuo di un milione e 666 mila euro. È il succo di quanto Hanno illustrato ufficialmente ieri alla Rsu aziendale e alle organizzazioni sindacali, generali e di categoria, il presidente di Acam, Paolo Garbini, e l’amministratore delegato, Ivan Strozzi. Un primo incontro per saggiare il terreno, con un centinaio di dipendenti davanti alla sede di via Picco non esattamente convinti del ricorso agli ammortizzatori sociali da parte della holding. Quello di ieri non è stato, dunque, un contraddittorio azienda sindacati ma un round introduttivo, al termine del quale i rappresentanti dei lavoratori si sono riservati di valutare la disamina e le richieste di Acam prima di intavolare il confronto vero e e proprio che avverrà nei prossimi giorni. L’azienda ha fornito una serie di numeri. Gli esuberi, come detto, sono 38 - 14 in Acamspa, 3 in Acam Gas, 5 in Integra, 7 in AcamAcque, 6 in Acam Ambiente, 2 in Acam Clienti e 1 in Centrogas Energia mentre i dipendenti da inserire in solidarietà ammontano a 421 unità: 157 in Acam spa, 35 in Acam Gas, 54 in Integra, 76 in AcamAcque, 64 in Acam Ambiente, 26 in AcamClienti, 9 in Centrogas Energia. Considerando una riduzione media annua individuale di 182 ore di cui il 50% viene retribuita, si registra una riduzione media annua pari a circa 88 ore, corrispondenti a 19,53 euro lordi a settimana. Al mese, poco più di 78 euro lordi. Contemporaneamente all’apertura dell’ammortizzatore sociale, Acam intende avviare una serie di corsi di formazione professionale riservati ai lavoratori coinvolti allo scopo,in pratica,di trasformarli da indiretti a diretti. Alla data del primo agosto di quest’anno il numero dei dipendenti del gruppo si è attestato sulle 972 unità di cui 27 con contratto part time.Dal primo gennaio 2009 al 30 settembre di quest’anno il personale uscito è stato di 94 persone di cui una soltanto collocata a riposo per aggiunti limiti di età. Se la richiesta di ricorrere ai contratti di solidarietà, ovviamente attraverso un accordo con Cgil,Cisl, Uil,Cisale la Rsu,il vertice di ieri pomeriggio è stato anche l’occasione per fare il punto su altre questioni riguardanti il gruppo Acam, in primo luogo lo stato dell’iter in vista dell’aggregazione con la multiutility Hera. A tale proposito, Garbini e Strozzi hanno confermato che le trattative stanno andando avanti e che nelle prossime settimane dovrebbe essere perfezionato con la firma il memorandum contenente le prescrizioni avanzate dalla l’holding emiliana. Punto cruciale, ovviamente, la disponibilità delle banche creditrici a rinunciare a una parte vantati dei confronti di Acam. Presidente e amministratore delegato, comunque, si sono mostrati ottimisti circa il traguardo finale dell’aggregazione con Hera che, comunque non avverrà prima della fine del 2011. Garbini e Strozzi hanno inoltre confermato il prosieguo del percorso per la costituzione della newco delle reti e di quella riguardante l’impianto di Saliceti mentre hanno ancora una volta ribadito che il problema maggiore resta quello di trovare una discarica di servizio per chiudere il colo dei rifiuti.

"Primocanale.it" ACAM, ecco i tagli per salvare l'Azienda

Fonte: Primocanale.it del 26/10/2010 per vedere il servizio clicca sull'immagine

giovedì 21 ottobre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 21 Ottobre 2010

ACAM - Acam, «no» dei dipendenti all’orario ridotto

Fonte: valdimagranews.it

PRESIDIO DAVANTI ALLA SEDE DI VIA PICCO

La Rsu contraria all’ipotesi dei contratti di solidarietà. Il Comune di Maissana esce dalla compagine societaria

AMERIGO LUALDI

UN SECCO“no”all’ipotesi di applicare i contratti di solidarietà ai dipendenti indiretti di Acam. Ieri mattina, in occasione dell’assemblea dei sindaci riunita si invia Picco per ratificare le modifiche statutarie di Acam Acque e Acam Ambiente già deliberate dai consigli comunali un centinaio di lavoratori ha organizzato un presidio davanti alla sede aziendale. Nel primo pomeriggio, poi, la Rsu si è incontrata con i dirigenti di Acame con il sindaco della Spezia,MassimoFederici, per uno scambio di vedute a quattr’occhi. Pressoché unanime, da parte dei dipendenti, la contrarietà all’ipotesi prospettata dall’azienda di ricorrere alla riduzione dell’orario di lavoro per circa 400 impiegati di cui si parlerà dettagliatamente nella riunione convocata con le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Cisal Energia per lunedì 25. Sulla specifica questione, da segnalare l’intervento del consigliere comunale del Pdl, nonché presidente della Commissione consiliare sulle società partecipate, Giacomo Gatti. «Sono totalmente contrario ai contratti di solidarietà perché è inaccettabile un taglio di costi in assenza di una ristrutturazione azienda le sostiene Ci sono altrimodi per risparmiare senza toccare i lavoratori, a cominciare dallo stipendio dell’amministratore delegato Strozzi per finire agli insostenibili benefit di quadri e dirigenti, alle consulenze, alla continua disponibilità di auto aziendali. Invece, ancora una volta, si propone che a pagare siano i cittadini utenti perché il costo dei contratti di solidarietà grava interamente sulla collettività. Mi auguro che i sindacati siano compatti nel rifiutare tale soluzione ». Intanto,il sindaco di Maissana,Egidio Banti, annuncia l’uscita del suo Comune da Acam. «Il piano strategico di Hera conferma che l’ipotesi è quell della incorporazione di Acam, con pesanti ricadute occupazionali spiega Banti Di Acam, alla Spezia e dintorni, non resterebbe neppure il marchio, mentre Hera prevede crescenti partecipazioni dei privati nel suo azionariato. A questo punto, è inutile perdere tempo. Per un piccolo Comune come Maissana, per nulla responsabile della grave crisi che sta portando non solo alla svendita, ma alla scomparsa di Acam, non ha più alcun senso restare parte della società. Già oggi Maissana gestisce inpropriol’acquae praticata riffemolto più basse di Acam (e domani ancora più di Hera). Insieme a Varese Ligure abbiamo chiesto e ottenuto di portarei rifiuti direttamente a Genova, a costi inferiori, senza il by pass di Saliceti e le incertezze del futuro inHera.Già essere soci di Acam, a questo punto, ha poco senso aldi làdella solidarietà politica originaria,che oggi con tutta evidenza è venuta meno, non per colpa nostra e ancora molto meno lo avrebbe in Hera. Per questo, intendo proporre quanto prima al consiglio comunale di avviare le procedure previste per uscire da Acam sin da questa fase, non avendo più alcun senso una nostra corresponsabilità in scelte che ormai non riguardano più il territorio ma solo la copertura di errori e di colpe del passato dalle quali la Val di Vara è stata solo penalizzata ». A proposito di Hera, il piano industriale 201020114 presentato l’altro giorno a Bologna dal presidente, Tomaso Tommasi di Vignano, prevede che gli investimenti del gruppo si assesteranno intorno ai 340milionimedi annui, completamente finanziati sin dal 2010. È previsto inoltre il raggiungimento un margine operativo lordo di 750 milioni di euro (+32% rispetto al 2009).

mercoledì 20 ottobre 2010

"Cronaca4" Banti: "Proporrò al mio comune di uscire da Acam"

Fonte: Cronaca4.it

Val di Vara 20 Ottobre 2010 ore 14:10:13
Banti: "Proporrò al mio comune di uscire da Acam"

L'intervento del Sindaco

Egidio Banti, Sindaco di Maissana: "Il piano strategico di Hera, reso noto ieri, conferma che l'ipotesi è quella della incorporazione di Acam, con pesanti ricadute occupazionali. Di Acam, alla Spezia e dintorni, non resterebbe neppure il marchio, mentre Hera prevede crescenti partecipazioni dei privati nel suo azionariato.

A questo punto è inutile perdere tempo. Per un piccolo comune come Maissana, per nulla responsabile della grave crisi che sta portando non solo alla svendita, ma alla scomparsa di Acam, non ha più alcun senso restare parte della società.

Già oggi Maissana gestisce in proprio l'acqua e pratica tariffe molto più basse di Acam (e domani ancora più di Hera). Insieme a Varese Ligure abbiamo chiesto e ottenuto di portare i rifiuti direttamente a Genova, a costi inferiori, senza il by pass di Saliceti e le incertezze del futuro in Hera.

Già essere soci di Acam, a questo punto, ha poco senso - al di là della solidarietà politica originaria, che oggi con tutta evidenza è venuta meno, non per colpa nostra - e ancora molto meno lo avrebbe in Hera.
Per questo intendo proporre quanto prima al consiglio cmunale di avviare le procedure previste per uscire da Acam sin da questa fase, non avendo più alcun senso una nostra corresponsabilità in scelte che - ormai - non riguardano più il territorio ma solo la copertura di errori e di colpe del passato dalle quali la Val di Vara è stata solo penalizzata."

sabato 18 settembre 2010

"La Nazione" articolo del 18 Settembre 2010

Acam, accordo-salvezza più vicino

La svolta dopo il vertice a tre ieri a Milano tra Hera, banche e azienda

AGGREGAZIONE
Sembra imminente il via alle tappe per la fusione con il colosso emiliano

Fonte: valdimagranews.it

LA SVOLTA. Il salvagente per strappare Acam dal naufragio è stato lanciato ieri sera a Milano a conclusione di un vertice top secret. Allo stesso tavolo si sono ritrovati, per la prima volta tutti insieme, Hera (la multiutility emiliana che ha avanzato una proposta di fusione con la municipalizza spezzina), i massimi dirigenti della società di via Picco e le dodici banche creditrici. Un passaggio saliente per avviare la complessa operazione di ristrutturazione finanziaria del debito. Debito che alla fine del 2009 ammontava a qualcosa come 400milioni con il pericolo di far sprofondare l’Acam nel baratro. Massimo il riserbo tenuto alla fine dei lavori, iniziati al mattino e andati avanti per tutta la giornata. Ma, secondo indiscrezioni filtrate l’inizio del percorso di aggregazione con la sigla dell’accordo sembra imminente. Diversi angoli sono stati smussati e ci sarebbero ormai le condizioni per un accordo a tre.
L’ACAM ha un debito verso le banche di circa 280 milioni. Ne deve pagare un altro centinaio ai fornitori, senza contare altre pendenze da onorare. Secondo un’ipotesi dettata da Hera nei mesi scorsi parte del debito, 150 milioni, andrebbe in carico ai Comuni, grazie allo scorporo delle infrastrutture. Gli acquedotti e l’impianto di trattamento rifiuti di Saliceti stanno infatti diventando di proprietà delle amministrazioni locali che riceveranno poi dall’Acam un canone di affitto. Altri 25 milioni sarebbero sgravati grazie al sacrificio delle banche (nell’incontro di ieri avrebbero valutato la possibilità di addossarsi una parte di debito per favorire la salvezza della municipalizzata di via Picco dal fallimento). Prevista anche l’alienazione dei beni immobili dell’Acam attraverso un’operazione con gli istituti di credito. C’è da aggiungere la partita dei crediti che Acam vanta a sua volta: sarebbe da 120 milioni. Il resto lo farebbe la fusione con Hera e il suo controllo finanziario su Acam. Nello sviluppo delle proposte del colosso emiliano sono previste più tappe. Un percorso che può avere il via ufficiale già dalle prossime settimane coinvolgendo i Comuni proprietari.
Manrico Parma

lunedì 6 settembre 2010

"Cronaca4" Cucciniello - Rifiuti - La Spezia



Fonte: Cronaca4.it

La Spezia 06 Settembre 2010 ore 16:15:31
Cucciniello: "Rifiuti e differenziata? Manca un’adeguata campagna d’informazione e sensibilizzazione dei cittadini"

Parla il presidente dell'Associazione dei Comitati Spezzini per l'ambiente

Torna d’attualità la questione rifiuti e raccolta differenziata in centro città. Dopo la sperimentazione iniziata già da un anno e mezzo nel centro storico della Spezia, Biassa e Pitelli e l’avvio ufficiale avvenuto nel luglio scorso nella zona del centro città ad intervenire sulla questione oggi è Corrado Cucciniello, presidente dell’Associazione dei Comitati Spezzini per l'Ambiente.

Cucciniello punta l’indice sulla mancanza di un’adeguata informazione e sensibilizzazione della cittadinanza, che, all’avvio della raccolta differenziata, si è trovata impreparata di fronte all’assenza dei cassonetti in centro città. «Nelle ultime settimane – ha spiegato Cucciniello – sono state tante le persone che hanno denunciato il basso numero di ritiri dei rifiuti e la poca durata dei porter nel centro città, con conseguente abbandono dei rifiuti laddove prima c’erano i cassonetti».

«Ma non è l’unico nodo da sciogliere – attacca Cucciniello – c’è anche bisogno di una giusta tracciabilità per capire quanti rifiuti producono i singoli utenti, incentivare chi fa bene e sanzionare chi non la esegue correttamente». Altro tema toccato dal portavoce dei Comitati riguarda l’impianto CDR di Saliceti, in cui «sembrerebbe che nelle biocelle che si andranno a liberare si voglia accogliere organico proveniente dal Tigullio».

Una scelta che Cucciniello spiega con la motivazione del ‘business’ «visto che raggiungendo il 65% di differenziata – accusa - l'impianto di Boscalino, già a tappo, sarà insufficiente al trattamento dell'organico». «Per quanto riguarda Saliceti – prosegue - la nostra proposta è di trasformarlo in una piattaforma per l’analisi del rifiuto, un sito dove i sacchetti ritirati possano essere ispezionati per vedere se gli utenti hanno eseguito la giusta raccolta».

Cucciniello conclude il suo intervento spiegando che lo scarso interesse per la differenziata si intuisce anche dalla mancanza di controlli «accanto ai furgoni per il conferimento del differenziato, manca l'operatore che verifichi la correttezza delle operazioni» e sul fatto che i sacchetti nei quali vengono conferiti i rifiuti non sono né biodegradabili, né trasparenti «quindi al momento non si può conoscere né la quantità di rifiuti prodotta dai singoli utenti, né se la raccolta sia corretta». «Siamo sicuramente partiti con il piede sbagliato, conclude Cucciniello».

Marcello Bianchi

venerdì 20 agosto 2010

"La Nazione" articolo del 20 Agosto 2010

La Spezia - «Fuori la verità sui due milioni per Saliceti»

Fonte: valdimagranews.it

INTERVISTA SAURO MANUCCI

«LA VICENDA Acam, gestita da tre anni dalla giunta Federici, si sta rivelando un buco nero che inghiotte le risorse del Comune e degli spezzini». A sferrare un nuovo attacco ad alzo zero dai banchi dell’opposizione è il capogruppo pdl in consiglio comunale Sauro Manucci.
Il Pdl accusa ancora il Comune di scarsa trasparenza su Acam. Perché?
«Il sindaco ha risposto con uno strano e fragoroso silenzio alla domanda se l’amministrazione comunale è stata o sarà costretta a pagare al posto di Acam tre rate, non onorate per 1,8 milioni, di un prestito acceso nel 2003 per costruire l’impianto di Saliceti».
Come giudica l’atteggiamento dell’amministrazione?
«Trovo a dir poco scandaloso che non sia stato informato il consiglio comunale su una pratica di questa importanza. Pratica che andrà ad incidere sul bilancio».
Ma ne siete proprio certi?
«Nessuno ci ha smentito. Sono giorni che cerchiamo di ottenere risposte».
Le mosse dell’opposizione?
«Abbiamo presentato un’interrogazione che obbligherà il sindaco a risponderci. Di più. Siamo intenzionati a convocare le commissioni competenti perchè vengano date risposte esaustive».
Non pensa che su Acam l’opposizione debba essere meno polemica e più propositiva?
«Abbiamo provato all’inizio a dare fiducia a questa giunta. Siamo stati ripagati con una gestione deficitaria, opaca e sempre più costosa per i cittadini».
M.P.

venerdì 30 luglio 2010

"La Nazione" articolo del 30 Luglio 2010

Paracadute dalle banche Acam: boccata d’ossigeno con i gioielli di famiglia

Saranno cedute quote di una nuova società del gas

Fonte: valdimagranews.it

L’ACAM in crisi si affida agli equity bonus. L’operazione finanziaria, annunciata ieri all’assemblea dei sindaci convocata per l’apporvazione del bilancio del 2009, costituisce una doppia boccata di ossigeno all’azienda di via Picco: il prolungamento della moratoria con le banche al 31 dicembre (con la sospensione del pagamento dei pesanti mutui) e la possibilità di far fronte agli impegni per gli stipendi e il pagamento ai fornitori grazie a una robusta iniziezione di denaro liquido. Naturalmente l’Acam deve pagare un prezzo, cedendo al fondo di derivazione bancaria, per un valore di circa 50 milioni, il 49 per cento di una società di nuova costituzione nel ramo energia nonché gli immobili in lista per l’alienazione. Si mette mano, insomma, ai gioielli di famiglia coinvolgendo in prima persona gli istituti di credito che vantano nei confronti della multiutility spezzina qualcosa come 245 milioni di pendenze (60 quelle dei fornitori). Le banche più esposte sono la Bnl, Banca Intesa e per quote minori la Carispe. L’operazione evita il pericolo di uno stop alla continuità aziendale paventato a maggio, quando era già pronto il bilancio del 2009. E soprattutto apre la strada finale all’aggregazione con Hera, multiutility emiliana che ha già incassato la costituzione della società delle reti (gli acquedotti ai Comuni) e la società di Saliceti (le stesse amministrazioni si prendono in carico l’impianto di trattamento rifiuti). Due passaggi questi ultimi che assicurano ad Acam rispettivamente 128 milioni più altri 16 milioni. L’equity bonus più importante — è stato spiegato in assemblea — non comporta la perdita delle proprietà sul 51 per cento di Acam Gas e Acam Clienti e sul 100 per cento di Centrogas. Infatti viene costituita una nuova società energia di cui viene ceduto il 49 per cento della quota al fondo. Operazioni di stretta valenza finanziaria, dunque, per reggere alla crisi e dare maggiori garanzie a Hera, società quotata in borsa, in vista di un’aggregazione.
L’assemblea dei sindaci ieri ha approvato il bilancio 2009 a maggioranza. Contrari i comuni di centrodestra Beverino e Monterosso, oltre a Maissana e Brugnato. I conti evidenziano un incremento da 190 a 210 milioni della produzione, la diminuzione dei costi per il personale di 1,4 milioni. Acam spa però chiude ancora con una perdita: 19,5 milioni 27 in meno rispetto al disastroso 2008.
Manrico Parma

martedì 20 luglio 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 20 Luglio 2010

ACAM - La situazione le banche creditrici non fanno sconti

Fonte: valdimagranews.it

DOPO la schermaglia epistolare Spezia Bologna e ritorno dei mesi scorsi, il Memorandum di Hera contenente le condizioni poste dalla multiutility emiliana per aggregarsi con Acam è giunto sui tavoli dell’ad Strozzi e del presidente Garbini il 24 giugno. Secondo l’azienda, si tratta dell’inizio della trattativa vera e propria. Sostanzialmente tre i paletti posti da Hera. In primo luogo,un’accelerazione spinta per la costituzione della società delle reti idriche da parte dei Comuni soci, oggi arrivata all’87% di adesioni, che va chiusa entro agosto. Valore dell’operazione, 125 milioni, assicurati dai Comuni stessi. Condizione numero due, una seconda new co per la gestione dell’impianto di produzione del cdr di Saliceti(altri16milioni).In terzo luogo, la vendita del patrimonio immobiliare dell’azienda(24milioni). In totale, 169 milioni rispettoaglioltre300 Di debiti con le banche e con i fornitori. E qui Hera è stata chiara:non ci vuole mettere l’intera differenza di tasca propria e propone che le banche creditrici rinuncino a una parte dei crediti vantati nei confronti di Acam, almeno 30 milioni. È il nodo assai intricato da sciogliere. Bnl, Intesa Sanpaolo e le altre osteggiano lo stralcio non avendo intenzione di rinunciare anulla di quanto spetta loro (246milioni complessivi). La chiave per uscire dall’impasse, secondo Acam, potrebbe essere un’operazione di ingegneria finanziaria affidando, magari temporaneamente, alle banche stesse la gestione di una parte delle azioni dell’energia e ricevendo in cambio nuova finanza, tale da mettere l’holding di via Picconelle condizioni di trattare Nei prossimi mesi un piano industriale con Hera o con altre aziende eventualmente interessate a un processo di aggregazione.
A. LU.

martedì 29 giugno 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 29 Giugno 2010

Acam a rischio,ultimo appello

I sindaci lanciano la sfida sui conti e sulle prospettive industriali dell’azienda

Fonte: valdimagranews.it

PATRIZIA BERTOZZI

PER ACAM si avvicina il momento della verità. Questa mattina alle 7 ( la riunione è stata poi anticipata alle 6,30conunfaxspeditonelpomeriggi) una pattuglia di sindaci, capitanati dal primo cittadino di Maissana, Egidio Banti (Udc), si presenteranno puntualmente nella sede di via Picco alla prima convocazione dell’assemblea dei soci che dovrebbe approvare il bilancio consuntivo del 2009. Una convocazione proforma, almeno nelle intenzioni di Acam, che ha già fissato un nuovo appuntamento per il29luglio. Il fatto è che il bilancio, che avrebbe dovuto essere già a disposizione dei soci 15 giorni prima della convocazione, non ha ancora avuto il placet dal consiglio di amministrazione di Acam. «Un giochetto da prestigiatore», come lo ha definito Banti che, insieme ai colleghi del centrodestra, chiederà di vedere le carte. Una sfida che potrebbe trasformarsi in una resa dei conti finale. «Se verifichiamo che non c’è il bilancio e stiamo zitti, rischiamo una responsabilità contabile – avverte Banti _ Qui non si tratta della Fiat,ma si una spa pubblica, i cui soci sono i Comuni, e quindi soggetta al controllo della Corte dei conti». All’attacco dei sindaci, il presidente di Acam, Paolo Garbini replica chiedendo ancora un po’ di tempo. «Se si presenteranno – dice –, spiegheremo loro che il bilancio non è stato ancora approvato perchè stiamo ragionando con Hera sull’ipotesi di aggregazione. E’ un’operazione che non si fa in pochi giorni, stiamo parlando di una società quotata in Borsa che deve seguire procedure complesse . La trattativa è iniziata in questi giorni e contiamo di poter la chiudere nel giro di un mese. Non a caso abbiamo previsto una seconda convocazione dell’assemblea per il 29 luglio». Al matrimonio con la multiutility bolognese tutti guardano come ultima spiaggia per salvare l’azienda, gravata di un pesante debito,ma soprattutto per darle una prospettiva industriale. «Non è più il momento di galleggiare – conferma Garbini qui bisogna pensare al futuro di Acam e ci sono le condizioni perchè la trattativa con Hera si concluda utilmente». All’esito del negoziato è legato anche il rinnovo della moratoria concessa ad Acam dalle banche creditrici, con relativo blocco del credito. Il termine scade domani, ma è chiaro che gli istituti di credito resteranno alla finestra in attesa degli sviluppi della trattativa. La condizione minima richiesta Da Hera per dare l’ok all’aggregazione con via Picco è che il deficit aziendale scendaevengaportatointornoai150milioni di euro. Secondo quanto annunciato nei giorni scorsi dall’amministratore delegato di Acam, Ivan Strozzi, l’ammontare complessivo del debito, intorno ai 300 milioni, verrà praticamente dimezzato attraverso i 125 entranti dalla società delle reti idriche, dai 10 ricavati dalla vendita di immobili di proprietà e dai 15diquelladiSalicetiaiComuni, con la costituzione di un’altra società delle reti analoga a quella idrica.

giovedì 24 giugno 2010

"La Nazione" articolo del 24 Giugno 2010

LA SOCIETA’ Un gigante quotato in Borsa con ricavi per 4.200 milioni

ESPANSIONE
Opera da Modena alla Marche ed ha mire verso la Toscana

Fonte: valdimagranews.it

BOLOGNA — CHISSÀ se alla fine si stringeranno la mano, col gigante che salva il nano dal naufragio. Certo è che la trattativa va avanti, con l’obiettivo di disegnare un’alleanza senza ombre e piena di sorrisi. I vertici di Hera continuano a lavorare con Acam, multiutility della Spezia, in vista di un possibile matrimonio. Se poi sarà solo una collaborazione o una vera e propria aggregazione si vedrà.
IERI, infatti, il consiglio di amministrazione di viale Berti Pichat ha fatto il punto sul dossier che riguarda l’azienda ligure: non è stata presa nessuna decisione definitiva — né in positivo, né in negativo — però si è concordato di proseguire nel dialogo con i colleghi spezzini. Questa operazione potrebbe permettere a Hera di allargarsi in Liguria e verso la Toscana, sfondando nel mezzo del territorio controllato dalle rivali Iride e Enia che si stanno fondendo, però — e questo è il punto — Acam è ingobbita da debiti per circa 300 milioni di euro, è incalzata dalle banche creditrici e dallo spettro del fallimento. Insomma, il punto di vista del presidente Tomaso Tommasi di Vignano e soci è chiaro: se ci uniamo bene, a patto di non metterci in casa un carrozzone, altrimenti amen, per noi non cambia nulla e non è una sconfitta.
LE DUE multiutility si confrontano da mesi. Sono stati i manager spezzini a prendere in mano per prima il telefono: «Cara Hera, ci aiuti a uscire dai guai assorbendoci nel tuo gruppo? La risposta: Si può fare, a patto che vi rimettiate in sesto. E così da Bologna sono arrivate indicazioni. La più forti: dare vita alla società delle reti, passare ai Comuni anche l’impianto di Saliceti Hera a questo il punto vorrebbe maggiori garanzie su questo punto, magari con la possibilità di rinegoziare le condizioni. Meglio non fare passi più lunghi della gamba. Le risposte, e qui tocca ad Acam lavorare, dovrebbero arrivare a giorni, per poi decidere come procedere — in un senso o nell’altro — ai primi di luglio.
ACAM, con entrate annue che oscillano tra i 210 e i 230 milioni e 260mila clienti, è sì un nano nei confronti di Hera, gigante quotato in Borsa, che va da Modena alle Marche e che ha chiuso il 2009 con ricavi per 4.209 milioni. Però è attiva nei settori dell’acqua, dei rifiuti e del gas, è ben radicata alla Spezia e in qualche zona della Toscana e se ben gestita potrebbe portare business.
Matteo Naccari

"La Nazione" articolo del 24 Giugno 2010

Salvataggio di Acam, il cda di Hera ha detto "ni"

La multiutility emiliana è interessata all’intesa ma ha preso tempo. Scade la moratoria: rebus-banche

Fonte: valdimagranews.it

di MANRICO PARMA
HERA ha detto nì. La multiutility emiliana, in pista per aggregare Acam alla sua galassia, ha manifestato nuovo interesse per sbarcare alla Spezia, forse un’operazione da considerare testa di ponte verso l’ampliamento del suo business verso la Toscana e nel gioco della concorrenza a Iride e Enia. Al tempo stesso, il cda, convocato ieri pomeriggio a Bologna, esplicitamente per discutere sulla vicenda Acam, ha preso tempo. Un anno di collaborazione non è stato sufficiente a delineare un quadro di interesse: a sfornare un piano industriale, una procedura di aggregazione, una possibile alleanza. I soci del colosso della multiservizi quotata in borsa, sul caso Acam, camminano con i piedi di piombo. Se ne saprà di più tra oggi e domani quando Hera comunicherà ai dirigenti di Via Picco le decisioni e l’intenzione di prendersi ancora qualche giorno prima di sciogliere definitivamente la riserva.
L’ACAM intanto sta sui carboni ardenti. L’azienda partecipata dell’acqua, del gas e dei rifiuti è in attesa di una doppia svolta per evitare di essere travolta dal suo debito finanziario che si aggira sui 300 milioni. Spera come detto che si creino le condizioni per un’aggregazione a Hera. Un passaggio fondamentale per evitare la vendita dei gioielli di famiglia (la quota del settore gas, ad esempio) prima di pensare a procedure di concordato o di fallimento. Nel caso la risposta fossa positiva e Hera decidesse di allungare il suo raggio d’azione al confine fra la Liguria e la Toscana resta da sciogliere il nodo delle banche. Gli istituti di credito dovranno pronunciarsi, a fine giugno, a conclusione del periodo di moratoria concessa ad Acam che da un anno non rifonde loro un quattrino della sua esposizione economica. L’incertezza della situazione rischia di pesare come un macigno per il rilancio dell’azienda. Da un lato Hera che chiederebbe maggiori garanzie e vedrebbe di buon occhio una posizione di garanzia delle banche sull’insolvenza della partecipata spezzina. Dall’altra le stesse banche in attesa di segnali positivo da Bologna. Detto a spanne: garanzie sui debiti per oltre 100 milioni.
SECONDO le indicazioni ricevute da Hera, la multiservizi spezzina, nel frattempo, ha già avviato manovre robuste di riduzione del debito. La più importante è la costituzione della società delle reti. I Comuni riprendono infatti in carico gli acquedotti. Il valore in garanzia è di 125milioni di euro. L’operazione è ormai in dirittura. Acam sta attendendo che tutte le amministrazioni diano il benestare. Sempre i Comuni stanno per prendersi in carico — l’operazione vale altri 15 milioni — l’impianto di Saliceti, dove viene prodotto il combustibile da rifiuto, una struttura che lavora la spazzatura che ogni giorno si produce in di tutta la provincia. Il piano industriale di Acam prevede, inoltre, entro il 2015 una riduzione dei dipendenti dal migliaio attuali a circa ottocento, attraverso il blocco del turn over. Per non parlare dei tagli drastici alle società e agli amministratori e alla vendita di alcuni immobili.

martedì 8 giugno 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 08 Giugno 2010

Consiglio comunale su ACAM il PDL: «in arrivo aumenti del 30%»

OGGI LA PRIMA DI QUATTRO SEDUTE PREVISTE NEL MESE DI GIUGNO

Fonte: valdimagranews.it

MESE di giugno di grande lavoro per Il consiglio comunale di Sarzana. Oggi, a partire dalleore15laprimadiun ciclo di quattro sedute (le prossime fissate per venerdì 11 alle 20, giovedì 17 alle ore 15 e lunedì 28 alle ore 17) coninprogrammaben28interrogazioni. Un tour de force voluto dal presidente,il Pd Paolo Mione, il quale di giorno in giorno conferma il richiamo alla massima responsabilità per consiglieri ed assessori. E non è difficile immaginare che ci sarà battaglia nell’arco della riunione di oggi, considerato l’attacco portato dalla minoranza Pdl, sulla questione Acam, che è all’ordine del giorno relativamente all’incorporazione Acam Acque in Acam Spa. «Dopo che l’azienda nel 2008 ha chiuso il bilancio con 47 milioni di euro di debiti, mentre Iride a Genova chiudeva con un bel +110 milioni e Acea nel Lazio con un +186; mentre sperperava 12 milioni in consulenze e totalizzava 96 mila ore di straordinario da liquidare ai dipendenti, il carico totale del debito continuava a lievitare ed ora, solo per Acam Acque, arriva a circa 150 milioni di euro _ sottolinea il capogruppo Andrea Camaiora, insieme al responsabile Enti locali Massimiliano Giampedroni _ Si tenta quindi – aggiungono, annunciando l’astensione del gruppo al momento del voto–di fare il solito “miracolo alla pidiessina spezzina”: mantenendo gli stessi soci, si prevede di diminuire il debito aumentando le tariffe che, al 2012, rincareranno del 30%. Stime degne di un illusionista ci vorrebbero far vedere che –mentre fino ad ora l’azienda perde milioni di euro ogni anno – da qui al 2031, senza intoppi, si genereranno utili per milioni di euro l’anno». Puntato l’indice accusatore anche nei confronti della Regione, Camaiora e Giampedroni aggiungono: «La sinistra è davvero dalla parte dei lavoratori di Acam? No, li scarica. La durata della società delle reti idriche arriverà al 2050, naturalmente con relativa distribuzione di poltrone e poltroncine ». Per il Pdl ci sono «piani industriali farlocchi, opere ridicole come la costruzione di un dissalatore a Monterosso,inutile,vicende folli come l'acquisto del Terreno di Saliceti a 2milioni di euro, terreno acquistato dal venditore nel 2002 a 700 mila euro. Denunciamo i derivati finanziari Che Acam ha acquistato nel 2009 per 84 milioni e che hanno già portato ad una perdita accertata di 11 milioni. Come se non bastasse il piano industriale prevede entro il 2012 progetti da“Alice nel Paese delle Meraviglie”: teleriscaldamento in tutti i comuni, il Cdr bruciato nella centrale Enel».

"La Nazione" articolo del 08 Giugno 2010

I debiti di Acam in consiglio comunale

L’opposizione attacca: «Ecco le colpe del Pd»

Fonte: valdimagranews.it

IL FUTURO di Acam all’esame del consiglio comunale di Sarzana in programma dalle 17, preceduto da due ore di discussione delle interpellanze. E sulla pratica legata all’acqua (con la fusione di Acam Acque in Acam Spa) il Pdl darà battaglia annunciando la sua astensione. «Acam nel 2008 — dicono il capogruppo Andrea Camaiora e il responsabile enti locali Massimiliano Giampedroni — ha chiuso il bilancio con 47 milioni di debiti mentre Iride a Genova ha chiuso con un bel +110 milioni di euro e Acea nel Lazio con +186. Non solo: Acam ha sperperato 12 milioni in consulenze e totalizzava 96.000 ore di straordinario da liquidare ai dipendenti, il carico totale del debito è salito e ora solo per Acam Acque, arriva a 150 milioni di euro. Si tenta quindi di fare il solito ‘miracolo alla pidiessina spezzino’: mantenendo i soliti soci, si prevede di diminuire il debito con la modalità più semplice, aumentando le tariffe che, al 2012, rincareranno del 30%. Stime ‘da illusionista’ ci vorrebbero far vedere che da qui al 2031 si avranno utili per milioni l’anno. La società delle reti idriche arriverà al 2050, con relativa distribuzione di poltrone e poltroncine. Noi denunciamo la costruzione di opere inutili come il dissalatore a Monterosso, l’acquisto del terreno di Saliceti a 2 milioni di euro, acquistato dal venditore nel 2002 a 700 mila euro. Infine, il piano industriale prevede entro il 2012 progetti da sogno come teleriscaldamento in tutti i comuni, il Cdr bruciato nella centrale di Vallegrande. Ci mancano solo la coca cola dai rubinetti e nevicate a ferragosto. E’ giusto che la delibera di adesione Quanto venga firmata da chi ha sfasciato Acam utilizzandola come serbatoio da voti: quindi, il Pd».

sabato 22 maggio 2010

"La Nazione" articolo del 22 Maggio 2010

Acam in bilico tra Hera e le banche Ultime sforbiciate per l’aggregazione

In carico ai Comuni anche l’impianto di Saliceti. Bilancio: segnali di ripresa

Fonte: valdimagranews.it

di MANRICO PARMA
IERI, l’amministratore delegato di Acam Ivan Strozzi ha incontrato a Milano i consulenti di Hera. Un passo avanti per aprire la strada ad una trattativa vera e propria. Lo scoglio da superare, per l’aggregazione della partecipata spezzina al colosso emiliano delle multiutility, resta il buco finanziario di 150 milioni di euro. La situazione è in fase di stallo, tra Bologna che chiede garanzie, Acam in pressing sugli istituti di credito e le banche, a loro volta, in attesa dell’ok di Hera all’accordo. In bilico la rinegoziazione del debito verso il lungo termine e la proroga di altri sei mesi del rimborso delle rate correnti (poco meno di 50 milioni) in scadenza a fine giugno.
Sono giorni decisivi per le sorti dell’azienda di Via Picco. Ieri pomeriggio, Strozzi, rispondendo ai consiglieri comunali delle Commissioni partecipate e bilancio, ha annunciato alcuni dati positivi del bilancio consuntivo del 2009, la cui stesura definitiva, prevista per fine aprile, è slittata. Ci sono segni favorevoli nella redditività, cioè gli incassi (+11 %), nel margine operativo, vale a dire il guadagno netto (+38 %, circa 5,3 milioni), nel rapporto fra il debito e il guadagno, sceso da 17,2 a 13 punti, incamminando l’azienda verso posizioni di mercato. Mentre, il debito 2009 dovrebbe restare in linea rispetto alle previsioni attestandosi su perdite di gestione per 15 milioni, contro il 48 dell’anno precedente. «Mi auguro fortemente di chiudere la partita dell’aggregazione. Significherebbe la salvezza certa di mille posti di lavoro e di tanta professionalità», ha sottolineato Strozzi. Acam sta cercando di limare il più possibile e far scendere il debito, inizialmente di 300 milioni. E’ ormai in fase conclusiva la vendita delle reti idriche ai Comuni, chiesta esplicitamente da Hera. L’operazione vale 125 milioni. Le amministrazioni locali potrebbero prendersi in carico anche l’impianto di Saliceti, mettendo sulla bilancia 15milioni. Strozzi ha annunciato anche la vendita di beni immobili (in via Crispi e in via Fontevivo) a trattativa privata dopo due tornate deserte di asta pubblica. Altri 10 milioni in arrivo Il compromesso è atteso per metà giugno. A spanne, il valore della società delle reti, quello dell’impianto di Saliceti e quello della vendita degli immobili riducono il disavanzo ai famosi 150 milioni. L’amministratore delegato ha mantenuto riservate le informazioni sulle trattative per aprire la discarica di servizio, passaggio importante del ciclo rifiuti. Riservandosi di chiudere le trattative. I commissari lo avevano incalzato soprattutto sulle voci di un interessamento al sito di Saturnia. Dibattito anche sull’eventuale ricorso a contratti di solidarietà. proposta contenuta nel piano di riorganizzazione aziendale, caso rilanciato da un’interpellanza del consigliere pdl Giacomo Gatti. Ivan Strozzi «ritiene utile il taglio agli stipendi dei lavoratori solo nel caso riguardasse il bene supremo dell’azienda». Non si può escludere a questo punto l’apertura di una trattativa con il sindacato. Dai commissari, infine, è arrivato l’invito al taglio dei compensi ai membri dei cda di Acam e delle altre partecipate. Strozzi ha replicato informando i consiglieri che la decisione spetta ai comuni soci.

"Il Secolo XIX" articolo del 25 Maggio 2010

Acam, il debito scende

Sui rifiuti si va verso una nuova società ambientale gestita dai Comuni

Fonte: valdimagranews.it

AMERIGO LUALDI

«COME STA Acam? Diciamo che la febbre è scesa da 41 a 38 gradi e mezzo ma la malattia è ancora da debellare». La “malattia” di cui parla l’amministratore delegato, Ivan Strozzi intervenuto ieri assieme al presidente, Paolo Garbini, davanti alle commissioni Bilancio e Società partecipate del Comune È quella legata al deficit aziendale che, tra misure ed equilibrismi vari, deve essere portato intorno ai 150 milioni, condizione minima richiesta dalla multiutility bolognese Hera per dare l’ok all’aggregazione con via Picco. Il bilancio consuntivo 2009 di Acam spa avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 aprile. Siamo alla fine di maggio e i conti devono ancora passare al vaglio di cda, collegio sindacale e società di revisione nonché approvati dall’assemblea dei soci. C’è chi si preoccupa di tale ritardo e paventa scenari assai poco rassicuranti, tuttavia Strozzi e Garbini assicurano che «conti e numeri sono perfettamente in linea con quanto previsto dal piano industriale»,vale a dire con una perdita valutata intorno ai 15milioni. Nonostante, come detto, non ci sia ancora l’ufficialità, presidente e amministratore delegato hanno anticipato alcuni dati economici. Nel 2009 la redditività è cresciuta dell’11% rispetto al 2008 grazie a minori investimenti, riduzione dei costi e aumenti tariffari. Del 38%, pari a 5 milioni e 300 mila euro, è aumentato il Margine operativo lordo (l’utile prima di ammortamenti, accantonamenti, oneri e proventi finanziari, straordinari e imposte). Infine l’Ebitda (l’utile prima degli interessi passivi, imposte e ammortamenti su beni materiali e immateriali), vale a dire il rapporto tra debito e guadagno, è sceso dal 17,2 % del 2008 al 13% dell’anno scorso. Secondo l’intendimento di presidente e amministratore delegato, l’ammontare complessivo del debito intorno ai 300 milioni verrà praticamente dimezzato attraverso i 125 entranti dalla società delle reti idriche, dai 10 ricavati dalla vendita degli immobili di proprietà (le cui due aste, comunque, sono andate deserte) e dai 15diquelladi Saliceti ai Comuni con la costituzione di un’altra società delle reti analoga a quella idrica, vale a dire una newco ambientale . Sul tavolo di Hera si conta di portare un “buco” praticamente dimezzato sperando che ciò serva a far chiudere definitivamente la partita. A proposito delle trattative con la multiutility emiliana, Strozzi ha confermato che queste stanno andando avanti e che una decisione definitivasiavràentroil30giugno, data di scadenza della moratoria concessa dalle banche creditrici. In particolare, il consiglio di amministrazione di Hera è convocato per mercoledì 23 giugno e quello potrebbe essere il giorno decisivo anche se la decisione su Acam sì o Acam no spetta invero all’assemblea dei soci azionisti. «L’aggregazione è il faro maestro per condurre Acaminun porto sicuro», ha ribadito Strozzi che, rispondendo alle domande dei vari componenti delle commissioni, ha anche parlato di rifiuti e di contratti di solidarietà per parte dei dipendenti. «Sulla questione rifiuti, e sulla raccolta differenziata in particolare, gli enti locali, primo tra tutti l’amministrazione provinciale, devono fare la loro parte ha evidenziato Serve assolutamente una discarica di servizio e Acam sta trattando per l’acquisto di un sito (si parla di Saturnia, ndr)». Confermata, sia dall’amministratore delegato sia dal presidente, l’ipotesi dell’avvio dei contratti di solidarietà per parte del personale indiretto. «Stiamo discutendone coni sindacati hanno spiegato Si tratta di una soluzione dolorosa ma certamente meno dannosa per i lavoratori rispetto a ipotesi di cassa integrazione o di mobilità».

martedì 18 maggio 2010

"La Nazione" articolo del 18 Maggio 2010

ACAM - Acam, la voragine ai raggi X Il giallo dei documenti spariti

SOCIETA’ PARTECIPATE AUDIZIONE DEL SINDACO IN COMMISSIONE


Fonte: valdimagranews.it

TRE PROFESSIONISTI hanno ricevuto l’incarico per approfondire l’analisi di carattere giuridico e contabile sul grave dissesto finanziario di Acam. Lo ha fatto sapere ieri il sindaco Massimo Federici nel corso della sua audizione davanti alla Commissione consiliare per le società partecipate. Commissione che aveva come filo conduttore l’azione sociale di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato Pierluigi Tortora in merito alla questione dei derivati, strumenti finanziari costati alla società di via Picco perdite per oltre dieci milioni. Come ha riferito il capo della giunta, il consiglio di amministrazione dell’Acam su input dell’assemblea dei soci, cioè i sindaci dei Comuni, intende mettere sotto la lente di ingrandimento una serie di operazioni: dall’acquisto dell’area dove è sorto l’impianto di Saliceti, al caso Celtica, alle iniziative con il Parco del Volturno, all’apertura di Acam Tel. A mettere i bastoni fra le ruote è intervenuto nel frattempo un intoppo: molta documentazione non è più al suo posto negli archivi. Il sindaco ha comunque precisato, per sfumare i toni del giallo, che non si tratta di burocrazia di carattere societario e contabile. Il primo rapporto degli esperti (Quagli, Tedeschi e Momigliano) è previsto entro l’estate. «Prima di muovere eventuali e nuove azioni di responsabilità c’è bisogno di raccogliere dati certi», ha sottolineato il sindaco, rivendicando alla sua giunta «l’avvio dell’operazione chiarezza sull’Acam e il taglio a logiche di subordinazione». Sul buco dei derivati Federici ha affermato che i sindaci hanno ravvisato i presupposti di un’azione legale e di risarcimento danni nei confronti dell’ex amministratore delegato Pierluigi Tortora. Il motivo? Gli viene mosso l’addebito di aver agito al di fuori delle proprie deleghe. Come è noto nel giugno del 2009, al momento dell’approvazione del bilancio consuntivo Acam del 2008, era affiorata la sottoscrizione di due strumenti finanziati ad alto rischio. Un’operazione, a quanto pare, portata avanti senza il parere dei soci. Dall’audizione è emerso che proprio nei prossimi giorni sarà formalizzata l’azione di responsabilità al tribunale civile. I commissari di maggioranza, infine, hanno chiesto le dimissioni del presidente Giacomo Gatti (Pdl) sulla scia della divulgazione della notizia, risultata poi non vera, di una multa dell’erario all’Acam da 22 milioni.
Manrico Parma

"Il Secolo XIX" articolo del 18 Maggio 2010

ACAM - La Spezia - Sindaco - Tortora, è guerra

RAFFICA DI ACCUSE SULLA GESTIONE ACAM DELL’EX AD IN COMMISSIONE

In vista una nuova causa civile per la vendita del terreno di Saliceti

Fonte: valdimagranews.it

AMERIGO LUALDI

LE DOPPIETTE del Comune pronte a sparare contro Pierluigi Tortora. L’ex amministratore delegato di Acam non sarà chiamato a rispondere davanti ai giudici soltanto del flop da oltre venti milioni di titoli derivati ma anche di tutte quelle questioni ancora da chiarire, prima tra tutte l’acquisto per quasi due milioni di euro del terreno dove è sorto l’impianto di produzione del cdr di Saliceti. Per non parlare del bilancio 2008diAcamImpiantieRetiedelle spregiudicate operazioni in giro per l’Italia tipo Parco del Volturno e altre. Insomma, fuoco a tutto spiano perché evidentemente nessuno, a cominciare dai soci azionisti e dalle clientele politiche di tutti i colori a parte Tortora in tutti questi anni era al corrente dell’allegra gestione di Acam che ha portato alla disperata situazione odierna. Come ha spiegato il sindaco, Massimo Federici, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione sulle società partecipate, l’assemblea dei sindaci ha chiesto la testa di quello che viene considerato il massimo (non è dato sapere se anche l’unico) responsabile dell’immane dissesto. «I professionisti Quagli e Tedeschi sono stati incaricati di stilare un’analisi per avere un quadro generale della situazione dopodiché, se ci saranno i presupposti, procederemo con altrettante azioni di responsabilità attraverso l’avvocato Modigliani. Da verificare caso per caso, se trattasi di responsabilità civile, penale o erariale. Per quanto riguarda l’eventuale risarcimento, è chiaro che questo dipende dal grado di solvibilità della parte condannata ». In pratica, se i comuni soci di Acam dimostreranno di avere ragione, dovranno presumibilmente accontentarsi di una vittoria simbolica e morale. La riunione della Commissione comunale sulle società partecipate è stata convocata dal presidente,Giacomo Gatti del Pdl, proprio per conoscere, dalla viva voce del sindaco (quella del neoassessore comunale, Davide Natale, è rimasta silente) i particolari dell’azione sociale di responsabilità avviate nei confronti dell’ex ad di Acam sulla questione dei derivati finanziari milionari. Il mese scorso, come si ricorderà, l’assemblea dei soci azionisti ha votato all’unanimità il via libera per l’avvio. Tortora, numero uno dell’holding di via Picco fino a metà 2008, sarà chiamato davanti al giudice a rispondere del flop di oltre ventimilioni investiti in titoli derivati in Borsa. Un buco che ha ulteriormente aggravatola già pessima situazione debitoria aziendale. A metterci una pezza ci ha provato il successore di Tortora, l’attuale amministratore delegato della holding, Ivan Strozzi che, per chiudere la partita, ha speso undici milioni di euro da pagare in otto anni. Come ha ricordato poi il consigliere comunale dei Liberaldemocratici, Paolo Martinelli, c’è poi la questione su cui sono in corso indagini della Guardiadi finanza su sollecito della Corte dei conti relativa al terreno su cui è sorto l’impianto di Saliceti,nel territorio di Vezzano ligure. Tortora, in quanto amministratore delegato, aveva il potere di firmare atti comportanti esporsi di denaro fino a un tetto di duemilioni di euro (per cifre più alte avrebbe dovuto avere il permesso del cda). Secondo le accuse, avrebbe acquistato il terreno da un commerciante per pochi spiccioli in meno dei due milioni. Con un piccolo particolare: quello stesso terreno, due anni prima, era stato acquistato dal futuro venditore ad Acam,per circa600mila euro. Anche su questa specifica vicenda il sindaco non ha escluso l’avvio di una specifica azione di responsabilità nei confronti dell’ex amministratore delegato. Per chiudere, l’annuncio che venerdì 21, nel pomeriggio, il presidente diAcam,Paolo Garbini, e l’amministratore delegato, Ivan Strozzi, presenteranno alle commissioni Partecipate e Bilancio, presiedute da Giacomo Gatti e da Tiziana Cattani il bilancio consuntivo aziendale del 2009.

sabato 15 maggio 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 15 Maggio 2010

S. Stefano - Rifiuti, fermo per lavori l’impianto cdr di Saliceti

Fonte: valdimagranews.it

L'IMPIANTO di produzione di combustibile da rifiuto di Saliceti fermo per manutenzione. Da circa due settimane, i macchinari per il trattamento dei rifiuti sono interessati da una lunga manutenzione da parte dei tecnici della Veoli a Servizi ambientali, e fino alla prossima settimana la struttura rimarrà inattiva, con i lavoratori dirottati nello svolgimento di altre mansioni. Una manutenzione che era programmata da tempo, e che arriva ad un mese di distanza dalla denuncia sporta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico e da quelli di Vezzano per il mancato rispetto della convenzione con la Provincia per la gestione dell'impianto. Poco più di quattro settimane fa, al presidente e all'amministratore delegato della società Veolia, e al responsabile dello stabilimento situato ai confini tra Vezzano e Santo Stefano venne contestata la cattiva gestione dell'impianto e l'immissione in luogo e strade pubbliche di gas e vapori molesti. In pratica, sarebbe accaduto che, a causa di guasti all'impianto non riparati nei tempi stabiliti dall'accordo firmato con la Provincia, quando i lavori nello stabilimento prendevano avvio la produzione di combustibile da rifiuto andava oltre il consentito, e nei processi di lavorazione si sviluppavano forti miasmi che si disperdevano nell'aria. Un fatto che aveva scatenato le segnalazioni da parte di residenti ed ambientalisti, e che aveva spinto i Carabinieri a fare luce sull'accaduto. Da qui la denuncia, e l'obbligo di rispettare in tempi brevi la convenzione stipulata con la Provincia, con la società che gestisce l'impianto che ha fermato la produzione di Cdr e sta provvedendo a sistemare i macchinari.

mercoledì 24 marzo 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 24 Marzo 2010

ACAM - L'Acam si divide in cinque società multiutility

Parte la riorganizzazione del gruppo

Fonte: valdimagranews.it

LA CRISI finanziaria resta pesante - 250 milioni di debiti a fine 2009 - ma la graduale risalita di Acam sta procedendo. Lo assicurano l'amministratore delegato, Ivan Strozzi, e il presidente, Paolo Garbini, nell' annunciare l'avvio (dopo averlo fatto in mattinata ai sindacati) del Piano di riorganizzazione aziendale. La cura prevede un punto di partenza: Acam tornerà ad occuparsi esclusivamente del proprio core business (gas, acqua, rifiuti, energie rinnovabili) e lo farà riducendo da 13 a 5 le società del gruppo che saranno Acam Spa, Acam Ambiente, Acam Gas, Acam Clienti e Acam Servizi Energia. «Entro il 2010 rivisiteremo ulteriormente l'architettura societaria del gruppo - spiegano Strozzi e Garbini - Il percorso intende ridurre l'indebitamento finanziario, aggregare l'azienda con una primaria multiutility nazionale, recuperare redditività operativa». Per fare questo, altre misure verranno adottate quali l'utilizzo a pieno regime degli impianti per il trattamento dei rifiuti di Saliceti e di Boscalino, l'incremento del passaggio dei Comuni da Tarsu a Tia; l'impulso alla vendita combinata di gas ed energia elettrica; il nuovo orario di lavoro rivolto a tutto il gruppo; l'introduzione della selezione pubblica per le assunzioni; l'ampia concertazione con i sindacati; l'ipotesi di utilizzo dei contratti di solidarietà.

Entro un paio di mesi - senz'altro prima del 30 giugno 2010, termine di scadenza della moratoria con le banche - i comuni soci azionisti daranno vita alla società patrimoniale delle reti idriche, nata dall'incorporazione di Acam Acque in Acam spa. L'intendimento è poi quello di dar vita a una seconda "newco"per passare ai Comuni la proprietà dell'impianto di Saliceti.

Insomma, a sentire Strozzi e Garbini, si sta lavorando sodo per portare un'Acam più appetibile possibile tra le braccia di Hera, alla stregua di un'attempata sposa, sfiorita ma ancora piacente e, soprattutto con una dote, seppur minima. «Per quanto riguarda i rapporti con Hera stiamo andando avanti proprio lungo il percorso indicatoci dalla multiutility emiliana. Prima dell'estate tireremo le somme», prosegue Strozzi che conferma di avere avuto l'ok dal cda per esercitare un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex amministratore delegato, Pierluigi Tortora.

Garbini, da parte sua, insiste molto sull'impegno al fine di contenere costi aziendali (riduzione di 25 mezzi del parco macchine, taglio sensibile alle ore di straordinario del personale) e razionalizzare le risorse umane (i dipendenti scesi da 1045 a 1007). «Internalizzeremo molti lavori dati all'esterno- conclude - Abbiamo già cominciato e proseguiremo su questa strada, per esempio costituendo un unico team di elettricisti per gli interventi».
A. Lu.