martedì 26 ottobre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 26 Ottobre 2010

ACAM - Stipendi pagati dai colleghi

ACAM CHIEDE AL SINDACATO DI APPLICARE I CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ

Buste paga ridotte a 421 dipendenti per dare lavoro ai 38 in esubero

Fonte: valdimagranews.it

Amerigo Lualdi
TRENTOTTO tra indiretti, impiegati e quadri delle sette società del gruppo Acam sono in esubero per cui l’azienda chiede di applicare i contratti di solidarietà a 421 dipendenti. In pratica, gli indiretti eccedenti potranno continuare a lavorare grazie ai colleghi che si ridurranno di tre ore e mezza la settimana l’orario di lavoro e,di conseguenza, lo stipendio. Da tale misura valevole per un anno più un eventuale secondo Acam conta di beneficiare di risparmio medio annuo di un milione e 666 mila euro. È il succo di quanto Hanno illustrato ufficialmente ieri alla Rsu aziendale e alle organizzazioni sindacali, generali e di categoria, il presidente di Acam, Paolo Garbini, e l’amministratore delegato, Ivan Strozzi. Un primo incontro per saggiare il terreno, con un centinaio di dipendenti davanti alla sede di via Picco non esattamente convinti del ricorso agli ammortizzatori sociali da parte della holding. Quello di ieri non è stato, dunque, un contraddittorio azienda sindacati ma un round introduttivo, al termine del quale i rappresentanti dei lavoratori si sono riservati di valutare la disamina e le richieste di Acam prima di intavolare il confronto vero e e proprio che avverrà nei prossimi giorni. L’azienda ha fornito una serie di numeri. Gli esuberi, come detto, sono 38 - 14 in Acamspa, 3 in Acam Gas, 5 in Integra, 7 in AcamAcque, 6 in Acam Ambiente, 2 in Acam Clienti e 1 in Centrogas Energia mentre i dipendenti da inserire in solidarietà ammontano a 421 unità: 157 in Acam spa, 35 in Acam Gas, 54 in Integra, 76 in AcamAcque, 64 in Acam Ambiente, 26 in AcamClienti, 9 in Centrogas Energia. Considerando una riduzione media annua individuale di 182 ore di cui il 50% viene retribuita, si registra una riduzione media annua pari a circa 88 ore, corrispondenti a 19,53 euro lordi a settimana. Al mese, poco più di 78 euro lordi. Contemporaneamente all’apertura dell’ammortizzatore sociale, Acam intende avviare una serie di corsi di formazione professionale riservati ai lavoratori coinvolti allo scopo,in pratica,di trasformarli da indiretti a diretti. Alla data del primo agosto di quest’anno il numero dei dipendenti del gruppo si è attestato sulle 972 unità di cui 27 con contratto part time.Dal primo gennaio 2009 al 30 settembre di quest’anno il personale uscito è stato di 94 persone di cui una soltanto collocata a riposo per aggiunti limiti di età. Se la richiesta di ricorrere ai contratti di solidarietà, ovviamente attraverso un accordo con Cgil,Cisl, Uil,Cisale la Rsu,il vertice di ieri pomeriggio è stato anche l’occasione per fare il punto su altre questioni riguardanti il gruppo Acam, in primo luogo lo stato dell’iter in vista dell’aggregazione con la multiutility Hera. A tale proposito, Garbini e Strozzi hanno confermato che le trattative stanno andando avanti e che nelle prossime settimane dovrebbe essere perfezionato con la firma il memorandum contenente le prescrizioni avanzate dalla l’holding emiliana. Punto cruciale, ovviamente, la disponibilità delle banche creditrici a rinunciare a una parte vantati dei confronti di Acam. Presidente e amministratore delegato, comunque, si sono mostrati ottimisti circa il traguardo finale dell’aggregazione con Hera che, comunque non avverrà prima della fine del 2011. Garbini e Strozzi hanno inoltre confermato il prosieguo del percorso per la costituzione della newco delle reti e di quella riguardante l’impianto di Saliceti mentre hanno ancora una volta ribadito che il problema maggiore resta quello di trovare una discarica di servizio per chiudere il colo dei rifiuti.

"Primocanale.it" ACAM, ecco i tagli per salvare l'Azienda

Fonte: Primocanale.it del 26/10/2010 per vedere il servizio clicca sull'immagine

giovedì 21 ottobre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 21 Ottobre 2010

ACAM - Acam, «no» dei dipendenti all’orario ridotto

Fonte: valdimagranews.it

PRESIDIO DAVANTI ALLA SEDE DI VIA PICCO

La Rsu contraria all’ipotesi dei contratti di solidarietà. Il Comune di Maissana esce dalla compagine societaria

AMERIGO LUALDI

UN SECCO“no”all’ipotesi di applicare i contratti di solidarietà ai dipendenti indiretti di Acam. Ieri mattina, in occasione dell’assemblea dei sindaci riunita si invia Picco per ratificare le modifiche statutarie di Acam Acque e Acam Ambiente già deliberate dai consigli comunali un centinaio di lavoratori ha organizzato un presidio davanti alla sede aziendale. Nel primo pomeriggio, poi, la Rsu si è incontrata con i dirigenti di Acame con il sindaco della Spezia,MassimoFederici, per uno scambio di vedute a quattr’occhi. Pressoché unanime, da parte dei dipendenti, la contrarietà all’ipotesi prospettata dall’azienda di ricorrere alla riduzione dell’orario di lavoro per circa 400 impiegati di cui si parlerà dettagliatamente nella riunione convocata con le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Cisal Energia per lunedì 25. Sulla specifica questione, da segnalare l’intervento del consigliere comunale del Pdl, nonché presidente della Commissione consiliare sulle società partecipate, Giacomo Gatti. «Sono totalmente contrario ai contratti di solidarietà perché è inaccettabile un taglio di costi in assenza di una ristrutturazione azienda le sostiene Ci sono altrimodi per risparmiare senza toccare i lavoratori, a cominciare dallo stipendio dell’amministratore delegato Strozzi per finire agli insostenibili benefit di quadri e dirigenti, alle consulenze, alla continua disponibilità di auto aziendali. Invece, ancora una volta, si propone che a pagare siano i cittadini utenti perché il costo dei contratti di solidarietà grava interamente sulla collettività. Mi auguro che i sindacati siano compatti nel rifiutare tale soluzione ». Intanto,il sindaco di Maissana,Egidio Banti, annuncia l’uscita del suo Comune da Acam. «Il piano strategico di Hera conferma che l’ipotesi è quell della incorporazione di Acam, con pesanti ricadute occupazionali spiega Banti Di Acam, alla Spezia e dintorni, non resterebbe neppure il marchio, mentre Hera prevede crescenti partecipazioni dei privati nel suo azionariato. A questo punto, è inutile perdere tempo. Per un piccolo Comune come Maissana, per nulla responsabile della grave crisi che sta portando non solo alla svendita, ma alla scomparsa di Acam, non ha più alcun senso restare parte della società. Già oggi Maissana gestisce inpropriol’acquae praticata riffemolto più basse di Acam (e domani ancora più di Hera). Insieme a Varese Ligure abbiamo chiesto e ottenuto di portarei rifiuti direttamente a Genova, a costi inferiori, senza il by pass di Saliceti e le incertezze del futuro inHera.Già essere soci di Acam, a questo punto, ha poco senso aldi làdella solidarietà politica originaria,che oggi con tutta evidenza è venuta meno, non per colpa nostra e ancora molto meno lo avrebbe in Hera. Per questo, intendo proporre quanto prima al consiglio comunale di avviare le procedure previste per uscire da Acam sin da questa fase, non avendo più alcun senso una nostra corresponsabilità in scelte che ormai non riguardano più il territorio ma solo la copertura di errori e di colpe del passato dalle quali la Val di Vara è stata solo penalizzata ». A proposito di Hera, il piano industriale 201020114 presentato l’altro giorno a Bologna dal presidente, Tomaso Tommasi di Vignano, prevede che gli investimenti del gruppo si assesteranno intorno ai 340milionimedi annui, completamente finanziati sin dal 2010. È previsto inoltre il raggiungimento un margine operativo lordo di 750 milioni di euro (+32% rispetto al 2009).

mercoledì 20 ottobre 2010

"Cronaca4" Banti: "Proporrò al mio comune di uscire da Acam"

Fonte: Cronaca4.it

Val di Vara 20 Ottobre 2010 ore 14:10:13
Banti: "Proporrò al mio comune di uscire da Acam"

L'intervento del Sindaco

Egidio Banti, Sindaco di Maissana: "Il piano strategico di Hera, reso noto ieri, conferma che l'ipotesi è quella della incorporazione di Acam, con pesanti ricadute occupazionali. Di Acam, alla Spezia e dintorni, non resterebbe neppure il marchio, mentre Hera prevede crescenti partecipazioni dei privati nel suo azionariato.

A questo punto è inutile perdere tempo. Per un piccolo comune come Maissana, per nulla responsabile della grave crisi che sta portando non solo alla svendita, ma alla scomparsa di Acam, non ha più alcun senso restare parte della società.

Già oggi Maissana gestisce in proprio l'acqua e pratica tariffe molto più basse di Acam (e domani ancora più di Hera). Insieme a Varese Ligure abbiamo chiesto e ottenuto di portare i rifiuti direttamente a Genova, a costi inferiori, senza il by pass di Saliceti e le incertezze del futuro in Hera.

Già essere soci di Acam, a questo punto, ha poco senso - al di là della solidarietà politica originaria, che oggi con tutta evidenza è venuta meno, non per colpa nostra - e ancora molto meno lo avrebbe in Hera.
Per questo intendo proporre quanto prima al consiglio cmunale di avviare le procedure previste per uscire da Acam sin da questa fase, non avendo più alcun senso una nostra corresponsabilità in scelte che - ormai - non riguardano più il territorio ma solo la copertura di errori e di colpe del passato dalle quali la Val di Vara è stata solo penalizzata."