ACAM - L'Acam si divide in cinque società multiutility
Parte la riorganizzazione del gruppo
Fonte: valdimagranews.it
LA CRISI finanziaria resta pesante - 250 milioni di debiti a fine 2009 - ma la graduale risalita di Acam sta procedendo. Lo assicurano l'amministratore delegato, Ivan Strozzi, e il presidente, Paolo Garbini, nell' annunciare l'avvio (dopo averlo fatto in mattinata ai sindacati) del Piano di riorganizzazione aziendale. La cura prevede un punto di partenza: Acam tornerà ad occuparsi esclusivamente del proprio core business (gas, acqua, rifiuti, energie rinnovabili) e lo farà riducendo da 13 a 5 le società del gruppo che saranno Acam Spa, Acam Ambiente, Acam Gas, Acam Clienti e Acam Servizi Energia. «Entro il 2010 rivisiteremo ulteriormente l'architettura societaria del gruppo - spiegano Strozzi e Garbini - Il percorso intende ridurre l'indebitamento finanziario, aggregare l'azienda con una primaria multiutility nazionale, recuperare redditività operativa». Per fare questo, altre misure verranno adottate quali l'utilizzo a pieno regime degli impianti per il trattamento dei rifiuti di Saliceti e di Boscalino, l'incremento del passaggio dei Comuni da Tarsu a Tia; l'impulso alla vendita combinata di gas ed energia elettrica; il nuovo orario di lavoro rivolto a tutto il gruppo; l'introduzione della selezione pubblica per le assunzioni; l'ampia concertazione con i sindacati; l'ipotesi di utilizzo dei contratti di solidarietà.
Entro un paio di mesi - senz'altro prima del 30 giugno 2010, termine di scadenza della moratoria con le banche - i comuni soci azionisti daranno vita alla società patrimoniale delle reti idriche, nata dall'incorporazione di Acam Acque in Acam spa. L'intendimento è poi quello di dar vita a una seconda "newco"per passare ai Comuni la proprietà dell'impianto di Saliceti.
Insomma, a sentire Strozzi e Garbini, si sta lavorando sodo per portare un'Acam più appetibile possibile tra le braccia di Hera, alla stregua di un'attempata sposa, sfiorita ma ancora piacente e, soprattutto con una dote, seppur minima. «Per quanto riguarda i rapporti con Hera stiamo andando avanti proprio lungo il percorso indicatoci dalla multiutility emiliana. Prima dell'estate tireremo le somme», prosegue Strozzi che conferma di avere avuto l'ok dal cda per esercitare un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex amministratore delegato, Pierluigi Tortora.
Garbini, da parte sua, insiste molto sull'impegno al fine di contenere costi aziendali (riduzione di 25 mezzi del parco macchine, taglio sensibile alle ore di straordinario del personale) e razionalizzare le risorse umane (i dipendenti scesi da 1045 a 1007). «Internalizzeremo molti lavori dati all'esterno- conclude - Abbiamo già cominciato e proseguiremo su questa strada, per esempio costituendo un unico team di elettricisti per gli interventi».
A. Lu.
Parte la riorganizzazione del gruppo
Fonte: valdimagranews.it
LA CRISI finanziaria resta pesante - 250 milioni di debiti a fine 2009 - ma la graduale risalita di Acam sta procedendo. Lo assicurano l'amministratore delegato, Ivan Strozzi, e il presidente, Paolo Garbini, nell' annunciare l'avvio (dopo averlo fatto in mattinata ai sindacati) del Piano di riorganizzazione aziendale. La cura prevede un punto di partenza: Acam tornerà ad occuparsi esclusivamente del proprio core business (gas, acqua, rifiuti, energie rinnovabili) e lo farà riducendo da 13 a 5 le società del gruppo che saranno Acam Spa, Acam Ambiente, Acam Gas, Acam Clienti e Acam Servizi Energia. «Entro il 2010 rivisiteremo ulteriormente l'architettura societaria del gruppo - spiegano Strozzi e Garbini - Il percorso intende ridurre l'indebitamento finanziario, aggregare l'azienda con una primaria multiutility nazionale, recuperare redditività operativa». Per fare questo, altre misure verranno adottate quali l'utilizzo a pieno regime degli impianti per il trattamento dei rifiuti di Saliceti e di Boscalino, l'incremento del passaggio dei Comuni da Tarsu a Tia; l'impulso alla vendita combinata di gas ed energia elettrica; il nuovo orario di lavoro rivolto a tutto il gruppo; l'introduzione della selezione pubblica per le assunzioni; l'ampia concertazione con i sindacati; l'ipotesi di utilizzo dei contratti di solidarietà.
Entro un paio di mesi - senz'altro prima del 30 giugno 2010, termine di scadenza della moratoria con le banche - i comuni soci azionisti daranno vita alla società patrimoniale delle reti idriche, nata dall'incorporazione di Acam Acque in Acam spa. L'intendimento è poi quello di dar vita a una seconda "newco"per passare ai Comuni la proprietà dell'impianto di Saliceti.
Insomma, a sentire Strozzi e Garbini, si sta lavorando sodo per portare un'Acam più appetibile possibile tra le braccia di Hera, alla stregua di un'attempata sposa, sfiorita ma ancora piacente e, soprattutto con una dote, seppur minima. «Per quanto riguarda i rapporti con Hera stiamo andando avanti proprio lungo il percorso indicatoci dalla multiutility emiliana. Prima dell'estate tireremo le somme», prosegue Strozzi che conferma di avere avuto l'ok dal cda per esercitare un'azione di responsabilità nei confronti dell'ex amministratore delegato, Pierluigi Tortora.
Garbini, da parte sua, insiste molto sull'impegno al fine di contenere costi aziendali (riduzione di 25 mezzi del parco macchine, taglio sensibile alle ore di straordinario del personale) e razionalizzare le risorse umane (i dipendenti scesi da 1045 a 1007). «Internalizzeremo molti lavori dati all'esterno- conclude - Abbiamo già cominciato e proseguiremo su questa strada, per esempio costituendo un unico team di elettricisti per gli interventi».
A. Lu.