Acam, accordo-salvezza più vicino
La svolta dopo il vertice a tre ieri a Milano tra Hera, banche e azienda
AGGREGAZIONE
Sembra imminente il via alle tappe per la fusione con il colosso emiliano
Fonte: valdimagranews.it
LA SVOLTA. Il salvagente per strappare Acam dal naufragio è stato lanciato ieri sera a Milano a conclusione di un vertice top secret. Allo stesso tavolo si sono ritrovati, per la prima volta tutti insieme, Hera (la multiutility emiliana che ha avanzato una proposta di fusione con la municipalizza spezzina), i massimi dirigenti della società di via Picco e le dodici banche creditrici. Un passaggio saliente per avviare la complessa operazione di ristrutturazione finanziaria del debito. Debito che alla fine del 2009 ammontava a qualcosa come 400milioni con il pericolo di far sprofondare l’Acam nel baratro. Massimo il riserbo tenuto alla fine dei lavori, iniziati al mattino e andati avanti per tutta la giornata. Ma, secondo indiscrezioni filtrate l’inizio del percorso di aggregazione con la sigla dell’accordo sembra imminente. Diversi angoli sono stati smussati e ci sarebbero ormai le condizioni per un accordo a tre.
L’ACAM ha un debito verso le banche di circa 280 milioni. Ne deve pagare un altro centinaio ai fornitori, senza contare altre pendenze da onorare. Secondo un’ipotesi dettata da Hera nei mesi scorsi parte del debito, 150 milioni, andrebbe in carico ai Comuni, grazie allo scorporo delle infrastrutture. Gli acquedotti e l’impianto di trattamento rifiuti di Saliceti stanno infatti diventando di proprietà delle amministrazioni locali che riceveranno poi dall’Acam un canone di affitto. Altri 25 milioni sarebbero sgravati grazie al sacrificio delle banche (nell’incontro di ieri avrebbero valutato la possibilità di addossarsi una parte di debito per favorire la salvezza della municipalizzata di via Picco dal fallimento). Prevista anche l’alienazione dei beni immobili dell’Acam attraverso un’operazione con gli istituti di credito. C’è da aggiungere la partita dei crediti che Acam vanta a sua volta: sarebbe da 120 milioni. Il resto lo farebbe la fusione con Hera e il suo controllo finanziario su Acam. Nello sviluppo delle proposte del colosso emiliano sono previste più tappe. Un percorso che può avere il via ufficiale già dalle prossime settimane coinvolgendo i Comuni proprietari.
Manrico Parma
La svolta dopo il vertice a tre ieri a Milano tra Hera, banche e azienda
AGGREGAZIONE
Sembra imminente il via alle tappe per la fusione con il colosso emiliano
Fonte: valdimagranews.it
LA SVOLTA. Il salvagente per strappare Acam dal naufragio è stato lanciato ieri sera a Milano a conclusione di un vertice top secret. Allo stesso tavolo si sono ritrovati, per la prima volta tutti insieme, Hera (la multiutility emiliana che ha avanzato una proposta di fusione con la municipalizza spezzina), i massimi dirigenti della società di via Picco e le dodici banche creditrici. Un passaggio saliente per avviare la complessa operazione di ristrutturazione finanziaria del debito. Debito che alla fine del 2009 ammontava a qualcosa come 400milioni con il pericolo di far sprofondare l’Acam nel baratro. Massimo il riserbo tenuto alla fine dei lavori, iniziati al mattino e andati avanti per tutta la giornata. Ma, secondo indiscrezioni filtrate l’inizio del percorso di aggregazione con la sigla dell’accordo sembra imminente. Diversi angoli sono stati smussati e ci sarebbero ormai le condizioni per un accordo a tre.
L’ACAM ha un debito verso le banche di circa 280 milioni. Ne deve pagare un altro centinaio ai fornitori, senza contare altre pendenze da onorare. Secondo un’ipotesi dettata da Hera nei mesi scorsi parte del debito, 150 milioni, andrebbe in carico ai Comuni, grazie allo scorporo delle infrastrutture. Gli acquedotti e l’impianto di trattamento rifiuti di Saliceti stanno infatti diventando di proprietà delle amministrazioni locali che riceveranno poi dall’Acam un canone di affitto. Altri 25 milioni sarebbero sgravati grazie al sacrificio delle banche (nell’incontro di ieri avrebbero valutato la possibilità di addossarsi una parte di debito per favorire la salvezza della municipalizzata di via Picco dal fallimento). Prevista anche l’alienazione dei beni immobili dell’Acam attraverso un’operazione con gli istituti di credito. C’è da aggiungere la partita dei crediti che Acam vanta a sua volta: sarebbe da 120 milioni. Il resto lo farebbe la fusione con Hera e il suo controllo finanziario su Acam. Nello sviluppo delle proposte del colosso emiliano sono previste più tappe. Un percorso che può avere il via ufficiale già dalle prossime settimane coinvolgendo i Comuni proprietari.
Manrico Parma