giovedì 21 ottobre 2010

"Il Secolo XIX" articolo del 21 Ottobre 2010

ACAM - Acam, «no» dei dipendenti all’orario ridotto

Fonte: valdimagranews.it

PRESIDIO DAVANTI ALLA SEDE DI VIA PICCO

La Rsu contraria all’ipotesi dei contratti di solidarietà. Il Comune di Maissana esce dalla compagine societaria

AMERIGO LUALDI

UN SECCO“no”all’ipotesi di applicare i contratti di solidarietà ai dipendenti indiretti di Acam. Ieri mattina, in occasione dell’assemblea dei sindaci riunita si invia Picco per ratificare le modifiche statutarie di Acam Acque e Acam Ambiente già deliberate dai consigli comunali un centinaio di lavoratori ha organizzato un presidio davanti alla sede aziendale. Nel primo pomeriggio, poi, la Rsu si è incontrata con i dirigenti di Acame con il sindaco della Spezia,MassimoFederici, per uno scambio di vedute a quattr’occhi. Pressoché unanime, da parte dei dipendenti, la contrarietà all’ipotesi prospettata dall’azienda di ricorrere alla riduzione dell’orario di lavoro per circa 400 impiegati di cui si parlerà dettagliatamente nella riunione convocata con le segreterie di Cgil, Cisl, Uil e Cisal Energia per lunedì 25. Sulla specifica questione, da segnalare l’intervento del consigliere comunale del Pdl, nonché presidente della Commissione consiliare sulle società partecipate, Giacomo Gatti. «Sono totalmente contrario ai contratti di solidarietà perché è inaccettabile un taglio di costi in assenza di una ristrutturazione azienda le sostiene Ci sono altrimodi per risparmiare senza toccare i lavoratori, a cominciare dallo stipendio dell’amministratore delegato Strozzi per finire agli insostenibili benefit di quadri e dirigenti, alle consulenze, alla continua disponibilità di auto aziendali. Invece, ancora una volta, si propone che a pagare siano i cittadini utenti perché il costo dei contratti di solidarietà grava interamente sulla collettività. Mi auguro che i sindacati siano compatti nel rifiutare tale soluzione ». Intanto,il sindaco di Maissana,Egidio Banti, annuncia l’uscita del suo Comune da Acam. «Il piano strategico di Hera conferma che l’ipotesi è quell della incorporazione di Acam, con pesanti ricadute occupazionali spiega Banti Di Acam, alla Spezia e dintorni, non resterebbe neppure il marchio, mentre Hera prevede crescenti partecipazioni dei privati nel suo azionariato. A questo punto, è inutile perdere tempo. Per un piccolo Comune come Maissana, per nulla responsabile della grave crisi che sta portando non solo alla svendita, ma alla scomparsa di Acam, non ha più alcun senso restare parte della società. Già oggi Maissana gestisce inpropriol’acquae praticata riffemolto più basse di Acam (e domani ancora più di Hera). Insieme a Varese Ligure abbiamo chiesto e ottenuto di portarei rifiuti direttamente a Genova, a costi inferiori, senza il by pass di Saliceti e le incertezze del futuro inHera.Già essere soci di Acam, a questo punto, ha poco senso aldi làdella solidarietà politica originaria,che oggi con tutta evidenza è venuta meno, non per colpa nostra e ancora molto meno lo avrebbe in Hera. Per questo, intendo proporre quanto prima al consiglio comunale di avviare le procedure previste per uscire da Acam sin da questa fase, non avendo più alcun senso una nostra corresponsabilità in scelte che ormai non riguardano più il territorio ma solo la copertura di errori e di colpe del passato dalle quali la Val di Vara è stata solo penalizzata ». A proposito di Hera, il piano industriale 201020114 presentato l’altro giorno a Bologna dal presidente, Tomaso Tommasi di Vignano, prevede che gli investimenti del gruppo si assesteranno intorno ai 340milionimedi annui, completamente finanziati sin dal 2010. È previsto inoltre il raggiungimento un margine operativo lordo di 750 milioni di euro (+32% rispetto al 2009).

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