mercoledì 23 febbraio 2011

"Il Secolo XIX" articolo del 23 Febbraio 2011

«Acam, abbiamo colpe ma ora salviamo il gruppo»

Federici: agiremo contro i manager. Garantisco su Hera

Fonte: valdimagranews.it

LA PRIMA, importante scadenza prevista dall’accordo quadro Hera Acam è per maggio. Tre mesi per convincere la multiutility bolognese sulla fattibilità di operazioni fondamentali, poste come pregiudiziali in vista dell’aggregazione: le società delle reti idriche e dei rifiuti; la vendita del patrimonio immobiliare di Acam; le autorizzazioni per gestire Le discariche di Saturnia e Rocchetta Vara; la cessione, da parte di Acam, della partecipazione detenuta in Centrogas; l’erogazione di nuova finanza da parte delle banche. Con il sindaco,Massimo Federici,Il Secolo XIX ha fatto il punto della situazione. Sindaco, cosa pensa dell’autocritica pubblica del suo predecessore Pagano? «Pagano voleva ricercare la strada dell’aggregazione e, se ci fosse riuscito, forse la storia sarebbe stata diversa. Ma non ha avuto la forza politica per andare fino in fondo. Alla luce di quanto successo, resta una responsabilità forte. Gli riconosco però l’onestà di avere evidenziato i limiti della sua azione politica». Si può sapere una buona volta chi sono i responsabili del dissesto Acam? Perché non si fanno nomi e cognomi? «Di tutto mi si può accusare, ma certo non di avere occultato le responsabilità. Le responsabilità politiche Sono dei sindaci e della forza politica a cui appartengono, della maggioranza che ha guidato questa città e, con essa, di una minoranza corresponsabile nella gestione dell’azienda. Ma soprattutto la responsabilità è del management che aveva Il dovere di non avventurarsi in operazioni finanziarie azzardate e sprovvedute e ingigantire l’azienda sotto il profilo del personale, spacchettando l’azienda e privandola di una regia unitaria». Che ruolo hanno giocato partiti e clientele politiche in questa vicenda? «La principale responsabilità della politica è non aver capito e giudicato autonomamente l’azione del management. Precisamente ciò che ho cercato di correggere. Abbiamo rafforzato il ruolo del Comune per avere un punto di vista autonomo dall’azienda correggendo indirizzi politici sbagliati e assumendoci responsabilità che ci competevano». Va avanti l’azione di responsabilità verso ex e qualche attuale amministratore o è tutto fermo? «Sì, sta andando avanti. I tempi previsti dal Codice civile sono rispettati. Non ci saranno dilazioni né reticenze. Ma si sappia, per chi invoca sommari “autodafé”, che l’azione di responsabilità, per essere efficace, non può essere a carattere generico ma circoscritta a fatti specifici». Si dice che Iren, recentemente, abbia manifestato interesse nei confronti di Acam. Le risulta? «No. Non mi risulta alcuna ipotesi in tal senso. Ho più volte interloquito con i vertici politici di Iren emai mi è parso di avvertire un interesse,anche perché la loro operazione di aggregazione è particolarmente impegnativa sul versante Genova, Torino, Emilia». I dipendenti temono drastici taglio ccupazionali. Quanti posti di lavoro riuscirete a garantire? «Il memorandum ricalca fedelmente l’accordo di San Valentino. Chi continua a fare dell’allarmismo lo fa con il solo scopo di sollevare polveroni politici. Sull’occupazione garantisco io». Non crede che i più penalizzati saranno i cittadini utenti, colpiti due volte: dall’inevitabile aumento delle tariffe e dall’indebitamento ulteriore dei Comuni chiamati a costituire le società delle reti idriche e sui rifiuti? «No, anche questa è una falsità. È in questo momento che i Comuni, in quanto proprietari di Acam,devono fare i conti con un indebitamento molto forte, di fatto destinato a dimezzarsi proprio con l’aggregazione. La realizzazione della società pubblica delle reti comporta un trasferimento di debito ai Comuni, sostenuto da un canone sufficiente per remunerare capitali e interessi. L’aumento tariffario e le tariffe saranno determinati dagli investimenti che si faranno. A decidere,comunque, saranno i sindaci nell’Ato. Non c’è correlazione tra la soluzione societaria individuata e l’eventuale aumento delle tariffe. I cittadini pagheranno ciò che realmente avranno. E anche su questo garantisco io». Secondo lei, perché Hera ha accettato di aggregarsi con Acam? «Hera ha la necessità di espandersi e ha fatto operazioni simili in altri territori. L’idea di allargare la sua sfera di influenza nell’area ligure è considerata un vantaggio competitivo e di rafforzamento. Hera, insomma, non ci sta facendo alcun favore:ci ha chiesto di risanarci e sta concorrendo a questo processo. E noi non stiamo facendo un favore a Hera. Per noi l’aggregazione è una prospettiva strategica. L’alleanza è frutto di una convergenza di visioni e,me lo lasci dire, del fatto di avere dimostrato serietà e un po’ di visione prospettica che male non fa a questa città troppo pigra ». Il primo step dell’accordo quadro prevede per maggio 2011 le prime, importanti scadenze. Ma le società delle reti e dei rifiuti non ci sono ancora,gli asset immobiliari non sono stati venduti e sulle discariche c’è bailamme. I tempi non sono troppo stretti? «Su tutte queste operazioni le procedure sono in corso. Anche sul fronte del ciclo integrato dei rifiuti ci sono passi avanti. Maggio è una data che confermiamo. Coloro che ostacolano, che remano contro magari facendo finta di difendere i lavoratori, chi strumentalizza senza una qualche proposta alternativa che non siano procedure che portano al fallimento, alla privatizzazione selvaggia e ai licenziamenti sono degli irresponsabili. Non c’è tempo da perdere, perché in gioco c’è la riforma dell’azienda e il salvataggio di mille lavoratori. Nulla mi sta più a cuore».

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