«C’è danno erariale» Esposto della Lega alla Corte dei conti
OFFENSIVA SU ACAM
Fonte: valdimagranews.it
di LAURA PROVITINA
«COME MAI le banche hanno concesso crediti ad Acam quando questa in cambio non forniva alcuna garanzia?». A porsi la domanda è l’onorevole Gian Carlo Di Vizia, deciso a sbrogliare la matassa delle responsabilità che pesano sul dissesto dell’azienda di via Picco.
L’esponente della Lega Nord nei prossimi giorni inoltrerà alla Procura della Corte dei Conti di Genova un esposto per presunto danno erariale imputabile ai gestori, perché convinto che «ancora una volta toccherà ai cittadini dover mettere mano al portafogli, per riparare ai danni altrui».
IL PARLAMENTARE spezzino denuncia presunte irregolarità nelle comunicazioni degli amministratori dell’azienda, nel periodo 2007-2009, nei confronti del sistema creditizio: 20 milioni di euro nel capitale circolante che sarebbero serviti per attingere a un maggior credito. Si tratterebbe a suo dire di aggiustamenti contabili, accertati dai commercialisti Mario Bonelli e Paolo Brescia, su incarico dello stesso Di Vizia.
«Dalla mia lettura in chiave pubblicistica — ha evidenziato Bonelli — emergono perdite di Acam che per il 2008 e 2009 superano la quota di un terzo del capitale sociale: non si sono verificati i dovuti adempimenti di legge quindi la corresponsabilità ricade sugli amministratori, gli organi di controllo e sui Comuni soci azionisti».
Una diminuzione del patrimonio che secondo l’onorevole Di Vizia avrebbe dovuto andare di pari passo con la diminuzione del valore delle partecipazioni dei Comuni nella società.
«La riduzione — ha proseguito Bonelli — è considerata dalla stessa giurisprudenza un danno erariale imputabile ai gestori, i quali rispondono con il loro patrimonio dell’attività dannosa posta in essere, con dolo o colpa grave».
L’esponente della Lega punta il dito anche contro i sindaci del Comuni soci, rei secondo lui di non aver vigilato sulla gestione economica e finanziaria della partecipata. «Mi appello proprio a loro — ha detto — a che presentino un’istanza al Tribunale della Spezia».
Altra questione scottante è quella definita da Bonelli come “un probabile danno erariale derivante dall’aumento del capitale sociale del Comune, nel 2009, di 1,3 milioni di euro, in presenza di perdite superiore a un terzo del capitale”.
«LA POSIZIONE del Comune sarebbe più grave –controbatte Di Vizia- se le risorse che hanno permesso l’incremento di capitale fossero state attinte dalle spese di investimento”. Non ci resta che attendere il pronunciamento della Procura genovese.
OFFENSIVA SU ACAM
Fonte: valdimagranews.it
di LAURA PROVITINA
«COME MAI le banche hanno concesso crediti ad Acam quando questa in cambio non forniva alcuna garanzia?». A porsi la domanda è l’onorevole Gian Carlo Di Vizia, deciso a sbrogliare la matassa delle responsabilità che pesano sul dissesto dell’azienda di via Picco.
L’esponente della Lega Nord nei prossimi giorni inoltrerà alla Procura della Corte dei Conti di Genova un esposto per presunto danno erariale imputabile ai gestori, perché convinto che «ancora una volta toccherà ai cittadini dover mettere mano al portafogli, per riparare ai danni altrui».
IL PARLAMENTARE spezzino denuncia presunte irregolarità nelle comunicazioni degli amministratori dell’azienda, nel periodo 2007-2009, nei confronti del sistema creditizio: 20 milioni di euro nel capitale circolante che sarebbero serviti per attingere a un maggior credito. Si tratterebbe a suo dire di aggiustamenti contabili, accertati dai commercialisti Mario Bonelli e Paolo Brescia, su incarico dello stesso Di Vizia.
«Dalla mia lettura in chiave pubblicistica — ha evidenziato Bonelli — emergono perdite di Acam che per il 2008 e 2009 superano la quota di un terzo del capitale sociale: non si sono verificati i dovuti adempimenti di legge quindi la corresponsabilità ricade sugli amministratori, gli organi di controllo e sui Comuni soci azionisti».
Una diminuzione del patrimonio che secondo l’onorevole Di Vizia avrebbe dovuto andare di pari passo con la diminuzione del valore delle partecipazioni dei Comuni nella società.
«La riduzione — ha proseguito Bonelli — è considerata dalla stessa giurisprudenza un danno erariale imputabile ai gestori, i quali rispondono con il loro patrimonio dell’attività dannosa posta in essere, con dolo o colpa grave».
L’esponente della Lega punta il dito anche contro i sindaci del Comuni soci, rei secondo lui di non aver vigilato sulla gestione economica e finanziaria della partecipata. «Mi appello proprio a loro — ha detto — a che presentino un’istanza al Tribunale della Spezia».
Altra questione scottante è quella definita da Bonelli come “un probabile danno erariale derivante dall’aumento del capitale sociale del Comune, nel 2009, di 1,3 milioni di euro, in presenza di perdite superiore a un terzo del capitale”.
«LA POSIZIONE del Comune sarebbe più grave –controbatte Di Vizia- se le risorse che hanno permesso l’incremento di capitale fossero state attinte dalle spese di investimento”. Non ci resta che attendere il pronunciamento della Procura genovese.
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