Acam, il cda dà via libera alla società delle reti
APPROVATA LA DELIBERA
Ora spetta ai Comuni azionisti esprimersi sulla linea di via Picco
Fonte: valdimagranews.it
AMERIGO LUALDI
IL CONSIGLIO d’amministrazione di Acam spa ha approvato all’unanimità la delibera che dà la possibilità ai Comuni, soci azionisti, di costituire la società delle reti idriche. Ora spetta alle varie giunte e consigli comunali approvare o meno a loro volta tale indirizzo, uscito da uno studio affidato al team dell’amministrativista Giuseppe Caia, docente all’Università di Bologna. «Confidiamo che, entro febbraio, almeno la maggioranza azionaria dei soci si esprima positivamente», commenta il presidente di Acam, Paolo Garbini. Come lui stesso spiega, la delibera votata dal consiglio d’amministrazione di via Picco prevede sostanzialmente due aspetti: l’incorporazione per fusione di Acam Acque nella società per azioni alla quale verrà trasferito il debito di 125 milioni contratto dalla prima (95 milioni del project financing delle reti e 30 di pregresso); lo scorporo delle reti nella società patrimoniale la cui proprietà andrà ai Comuni e della quale, al contrario di Acam spa, non farà parte la finanziaria Filse. «Questo è il passo necessario prosegue Garbini Ci sono poi altri due scadenze importanti: martedì 16 febbraio si chiude la gara per la vendita del patrimonio immobiliare di Acam che ammonta a 24 milioni di euro. Quindi, va costituita una società analoga a quella delle reti idriche per la gestione dell’impianto di produzione del cdr di Saliceti». Parallelamente all’iter giuridico amministrativo, Garbini sta avviando con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Acam un confronto sulla complessiva riorganizzazione aziendale. Si va avanti, insomma, lungo la stradache, nelle intenzioni di Garbini e dell’amministratore delegato, Ivan Strozzi, dovrebbe condurre all’aggregazione con la multiutility emiliana Hera con cui i rapporti restano costanti nonostante il temporaneo vuoto di potere ai vertici del Comune di Bologna primo socio azioni stadi Hera (come quella della Spezia lo è di Acam) e la data ancora incerta delle elezioni amministrative per la scelta del nuovo sindaco. «La situazione aziendale di Acam viene controllata giorno per giorno al fine di rimettere l’intera struttura lungo le giuste direttrici di gestione e di bilancio spiega Strozzi Abbiamo rivisitato il budget e previsto risparmi per cui si sta andando verso una positiva inversione di tendenza. Sulla tempistica dell’augurabile perfezionamento dei rapporti con Hera non posso ancora esprimermi. Tra un paio di settimane dovrei essere più preciso ». L’amministratore delegato di Acam assicura comunque che la “cura” prescritta per uscire dallo stato comatoso, seppure lenta, sta dando risultati incoraggianti. Come già anticipato da Strozzi a inizio dicembre, cioè due mesi fa, i rimedi passano attraverso un’oculata gestione aziendale e i rapporti con le banche alle quali è stato richiesto il congelamento dei debiti aziendali almeno fino a tutto il 2010. Hera, da parte sua, esige un rapporto tra debito e margine operativo lordo tra il4,5e il 6. Per quanto riguarda il budget 2009, questo è stato sostanzialmente rispettato e, a fine anno, sono stati risparmiati sei milioni di costi di struttura più due o tre sul personale.
APPROVATA LA DELIBERA
Ora spetta ai Comuni azionisti esprimersi sulla linea di via Picco
Fonte: valdimagranews.it
AMERIGO LUALDI
IL CONSIGLIO d’amministrazione di Acam spa ha approvato all’unanimità la delibera che dà la possibilità ai Comuni, soci azionisti, di costituire la società delle reti idriche. Ora spetta alle varie giunte e consigli comunali approvare o meno a loro volta tale indirizzo, uscito da uno studio affidato al team dell’amministrativista Giuseppe Caia, docente all’Università di Bologna. «Confidiamo che, entro febbraio, almeno la maggioranza azionaria dei soci si esprima positivamente», commenta il presidente di Acam, Paolo Garbini. Come lui stesso spiega, la delibera votata dal consiglio d’amministrazione di via Picco prevede sostanzialmente due aspetti: l’incorporazione per fusione di Acam Acque nella società per azioni alla quale verrà trasferito il debito di 125 milioni contratto dalla prima (95 milioni del project financing delle reti e 30 di pregresso); lo scorporo delle reti nella società patrimoniale la cui proprietà andrà ai Comuni e della quale, al contrario di Acam spa, non farà parte la finanziaria Filse. «Questo è il passo necessario prosegue Garbini Ci sono poi altri due scadenze importanti: martedì 16 febbraio si chiude la gara per la vendita del patrimonio immobiliare di Acam che ammonta a 24 milioni di euro. Quindi, va costituita una società analoga a quella delle reti idriche per la gestione dell’impianto di produzione del cdr di Saliceti». Parallelamente all’iter giuridico amministrativo, Garbini sta avviando con le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Acam un confronto sulla complessiva riorganizzazione aziendale. Si va avanti, insomma, lungo la stradache, nelle intenzioni di Garbini e dell’amministratore delegato, Ivan Strozzi, dovrebbe condurre all’aggregazione con la multiutility emiliana Hera con cui i rapporti restano costanti nonostante il temporaneo vuoto di potere ai vertici del Comune di Bologna primo socio azioni stadi Hera (come quella della Spezia lo è di Acam) e la data ancora incerta delle elezioni amministrative per la scelta del nuovo sindaco. «La situazione aziendale di Acam viene controllata giorno per giorno al fine di rimettere l’intera struttura lungo le giuste direttrici di gestione e di bilancio spiega Strozzi Abbiamo rivisitato il budget e previsto risparmi per cui si sta andando verso una positiva inversione di tendenza. Sulla tempistica dell’augurabile perfezionamento dei rapporti con Hera non posso ancora esprimermi. Tra un paio di settimane dovrei essere più preciso ». L’amministratore delegato di Acam assicura comunque che la “cura” prescritta per uscire dallo stato comatoso, seppure lenta, sta dando risultati incoraggianti. Come già anticipato da Strozzi a inizio dicembre, cioè due mesi fa, i rimedi passano attraverso un’oculata gestione aziendale e i rapporti con le banche alle quali è stato richiesto il congelamento dei debiti aziendali almeno fino a tutto il 2010. Hera, da parte sua, esige un rapporto tra debito e margine operativo lordo tra il4,5e il 6. Per quanto riguarda il budget 2009, questo è stato sostanzialmente rispettato e, a fine anno, sono stati risparmiati sei milioni di costi di struttura più due o tre sul personale.
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