Caro Maggiani, leggo con piacere i suoi interventi e specialmente quelli relativi al nostro territorio. Voglio fare una considerazione sull’impianto di Salicieti, località nel Comune di Vezzano Ligure, impianto di biossicazione, in poche parole si tratta di rifiuti, cioè rumenta. L’Acam ha iniziato qui un cantiere il 6 novembre e già si vede quanto sarà devastante per l’ambiente. Ma veniamo al mio interesse per l’argomento: ho un piccolo terreno (680 metri quadrati) che disgraziatamente è situato proprio nell’angolo più infelice, tra l’autostrada, il cavalcavia e la recinzione fresca fresca fatta dall’Acam. Hanno chiusa la strada che arrivava direttamente e hanno fatto una deviazione lunghissima per arrivare ai miei campi (dicono per ora provvisoria), praticamente in un carcere. In questo terreno dove coltivo viti ed ortaggi, c’è una baracca, un pozzo, i fiori e tutti i miei ricordi, della mia famiglia, di tante vendemmie, dei bellissimi campi confinanti che erano di proprietà, dove un mezzadro coltivava ed allevava il bestiame e dove c’era una bella stalla con annessa casetta. In questi giorni, lavorando con enormi ruspe per piantare i pali per la recinzione, mi hanno sradicato una pianta di fico che aveva minimo sessant’anni, hanno rotto un piccolo melo, una pianta di lazzerulo, la serra e inoltre hanno fatto i loro bisogni nei miei campi, lasciando una montagnetta di carta igienica. Quando ho chiesto spiegazioni al dirigente del cantiere mi ha risposto che non erano stati loro, che una ditta con grandi possibilità come la loro non avrebbe avuto nessun interesse a negare per così poca cosa. Quello che mi ha fatto più male è che ho capito quanto non contino più i sentimenti: che cosa possono valere alcune piante, chi sono io? Davide contro Golia? Non conta niente la gente che si è tassata per portare avanti una lotta, per difendere il territorio e coinvolgere i politici in scelte condivise come la raccolta differenziata. I nostri amministratori hanno dimenticato che rappresentano tutti noi? Come ci giudicheranno i nostri figli, che cosa lasceremo loro, inquinamento e diritti calpestati?
Risposta di Maurizio Maggiani:
Forse ai nostri figli potremo lasciare in eredità qualcos’altro, magari anche solo quel po’ di dignità che ci viene - e che i nostri figli saprebbero scorgere in noi - dall’aver vissuto difendendo con i denti un fico, un melo e due macchie di ortensia in nome di ciò che hanno da dare alla nostra anima. Io credo che si possa fare un impianto di biossicazione, come qualunque altra cosa, senza usurpare, offendere devastare, estirpare, inzozzare. Credo sinceramente che quell’impianto vada fatto, ma c’è un buon modo e un pessimo modo per farlo. E, comunque, qualunque cosa è necessario realizzare per il bene e l’interesse della comunità, non può essere fatta contro i suoi membri. Un lavoro ben fatto è ciò che chiediamo come se si trattasse di chissà quale follia. Ed è il minimo che ci è dovuto.
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