L’AD E IL PRESIDENTE FANNO IL PUNTO SUL PIANO DI RISANAMENTO
Ridotti i costi industriali e quelli del personale Strozzi: «Nessun trionfalismo, solo un passo avanti». Azzerate le consulenze
Fonte: valdimagranews.it
di MANRICO PARMA
SOTTO l’albero di Natale, Acam trova dieci milioni. A onor del vero, non è molto per la società multiservizi alle prese con un deficit finanziario che supera i 300milioni. Ma ne riceve un’iniezione di fiducia sulla strada del rilancio che vede l’azienda dell’acqua e dell’ambiente e del gas impegnata sui due fronti: far quadrare i conti e chiudere il ciclo dei rifiuti. Operazioni queste ultime indispensabile per avere l’appoggio e la sinergia del colosso emiliano Hera. «Nessun trionfalismo — ha commentato l’amministratore delegato Ivan Strozzi, chiamato da un anno e mezzo al capezzale di Via Picco — ma facciamo un passo in avanti». L’inversione di tendenza rispetto alle cifre passate da profondo rosso è dovuta al risparmio oltre sei milioni di costi industriali e di tre per costo del personale. Un esempio per tutti: le consulenze sono state azzerate. Acam ha ingaggiato soltanto un professionista esterno ritenuto fin dall’inizio indispensabile sul fronte del personale.
«Altri tempi — ha fatto notare Strozzi — quando la capofila e i suo satelliti contavano 105 amministratori». Aggiungendo: «Attualmente il consiglio della holding è sceso a cinque, la società dell’acqua e dell’ambiente hanno l’amministratore unico. La stessa struttura che avranno tra poche settimane Integra e Centrogas». Il piano industriale auspica una moratoria delle banche sulla forte esposizione dell’Acam. Ancora ieri Strozzi ha lanciato un appello per allungare la restituzione del debito dal medio al lungo termine. Acam è la prima azienda della provincia in quanto a numero di dipendenti: oltre mille. In un quadro di crisi, nessuno di loro dovrà preoccuparsi per gli stipendi e la tredicesime. «Le casse della società sono in grado di erogarli», ha assicurato Strozzi. Proprio oggi Acam incassa un altro punto a favore: il via alla trattative con i sindacati per la riorganizzazione del lavoro. Obiettivi: migliorare la qualità dei servizi e ridurre i costi. Dandone notizia, il presidente della società Paolo Garbini ha sottolineato il ringiovamento della classe dirigenziale, avviata dall’azienda con la chiamata di quarantenni alla dirigenza. Confermati 200 tagli al personale entro il 2015 per effetto del blocco del turn over. Novità anche sul difficile terreno dello smaltimento rifiuti. L’impianto di trattamento Saliceti viene preso in gestione diretta da Acam. L’azienda multiservizi, grazie alla formazione del personale, è in grado di organizzare nel 2010 due turni di lavoro. Ogni giorno riuscirà a macinare tutti i rifiuti prodotti dalla provincia. Fondamentale sarà l’incremento della soglia percentuale di differenziate («Scontiamo ritardi, ma Acam non aveva soldi»). La provincia spezzina è una delle meno virtuose (quasi il 20 % l’anno). Il piano di Acam punta al 40. Sarà allargato all’area nord della città la raccolta porta a porta, attualmente in svolgimento a Pitelli e Biassa con punte di differenziata vicine all’80 per cento. Di fondamentale importanza l’aggiornamento del piano dei rifiuti («La politica deve accelerare il processo», ha detto Garbini). Nel 2010, c’è da trovare una discarica di servizio, visto i costi impossibili dei lavori di adeguamento al sito delle Gronde a Bonassola. E’ lì che andrà il cosiddetto sottovaglio, vale a dire parte dei rifiuti trattati a Saliceti. Acam sta valutando vari scenari. Nessuna conferma su Saturnia, sito da bonificare. L’altra parte, il cdr (combustibile da rifiuto), sono allo studio ricerche di mercati e soluzioni alternative al costoso smaltimento a Isernia. Il presidente Paolo Garbini si è spinto oltre: invitando a guardare oltre i confini provinciali, a Massa e al Tigullio, per sinergie e filiere sul fronte del ciclo rifiuti. L’Acam, inoltre, rispedisce al mittente i pericoli di rischio emergenza («C’è un accordo con Genova per eventuali smaltimenti nella discarica di Scarpino per tutto il 2010). Altro passaggio importante: la società delle reti.Ivan Strozzi si è preso tempo fino a gennaio-febbraio per tracciare il percorso dello scorporo degli acquedetti che torneranno ai Comuni, i quali assicureranno garanzie sul debito di Acam per 145milioni. L’azienda di via Picco ha consultato i migliori giuristi italiani per un’operazione di vitale importanza per la sua sopravvivenza. Paolo Garbini, infine, si è rivolto alla politica chiedendo proposte e dibattiti su Acam al posto di strumentalizzazione e interventi elettoralistici.
Ridotti i costi industriali e quelli del personale Strozzi: «Nessun trionfalismo, solo un passo avanti». Azzerate le consulenze
Fonte: valdimagranews.it
di MANRICO PARMA
SOTTO l’albero di Natale, Acam trova dieci milioni. A onor del vero, non è molto per la società multiservizi alle prese con un deficit finanziario che supera i 300milioni. Ma ne riceve un’iniezione di fiducia sulla strada del rilancio che vede l’azienda dell’acqua e dell’ambiente e del gas impegnata sui due fronti: far quadrare i conti e chiudere il ciclo dei rifiuti. Operazioni queste ultime indispensabile per avere l’appoggio e la sinergia del colosso emiliano Hera. «Nessun trionfalismo — ha commentato l’amministratore delegato Ivan Strozzi, chiamato da un anno e mezzo al capezzale di Via Picco — ma facciamo un passo in avanti». L’inversione di tendenza rispetto alle cifre passate da profondo rosso è dovuta al risparmio oltre sei milioni di costi industriali e di tre per costo del personale. Un esempio per tutti: le consulenze sono state azzerate. Acam ha ingaggiato soltanto un professionista esterno ritenuto fin dall’inizio indispensabile sul fronte del personale.
«Altri tempi — ha fatto notare Strozzi — quando la capofila e i suo satelliti contavano 105 amministratori». Aggiungendo: «Attualmente il consiglio della holding è sceso a cinque, la società dell’acqua e dell’ambiente hanno l’amministratore unico. La stessa struttura che avranno tra poche settimane Integra e Centrogas». Il piano industriale auspica una moratoria delle banche sulla forte esposizione dell’Acam. Ancora ieri Strozzi ha lanciato un appello per allungare la restituzione del debito dal medio al lungo termine. Acam è la prima azienda della provincia in quanto a numero di dipendenti: oltre mille. In un quadro di crisi, nessuno di loro dovrà preoccuparsi per gli stipendi e la tredicesime. «Le casse della società sono in grado di erogarli», ha assicurato Strozzi. Proprio oggi Acam incassa un altro punto a favore: il via alla trattative con i sindacati per la riorganizzazione del lavoro. Obiettivi: migliorare la qualità dei servizi e ridurre i costi. Dandone notizia, il presidente della società Paolo Garbini ha sottolineato il ringiovamento della classe dirigenziale, avviata dall’azienda con la chiamata di quarantenni alla dirigenza. Confermati 200 tagli al personale entro il 2015 per effetto del blocco del turn over. Novità anche sul difficile terreno dello smaltimento rifiuti. L’impianto di trattamento Saliceti viene preso in gestione diretta da Acam. L’azienda multiservizi, grazie alla formazione del personale, è in grado di organizzare nel 2010 due turni di lavoro. Ogni giorno riuscirà a macinare tutti i rifiuti prodotti dalla provincia. Fondamentale sarà l’incremento della soglia percentuale di differenziate («Scontiamo ritardi, ma Acam non aveva soldi»). La provincia spezzina è una delle meno virtuose (quasi il 20 % l’anno). Il piano di Acam punta al 40. Sarà allargato all’area nord della città la raccolta porta a porta, attualmente in svolgimento a Pitelli e Biassa con punte di differenziata vicine all’80 per cento. Di fondamentale importanza l’aggiornamento del piano dei rifiuti («La politica deve accelerare il processo», ha detto Garbini). Nel 2010, c’è da trovare una discarica di servizio, visto i costi impossibili dei lavori di adeguamento al sito delle Gronde a Bonassola. E’ lì che andrà il cosiddetto sottovaglio, vale a dire parte dei rifiuti trattati a Saliceti. Acam sta valutando vari scenari. Nessuna conferma su Saturnia, sito da bonificare. L’altra parte, il cdr (combustibile da rifiuto), sono allo studio ricerche di mercati e soluzioni alternative al costoso smaltimento a Isernia. Il presidente Paolo Garbini si è spinto oltre: invitando a guardare oltre i confini provinciali, a Massa e al Tigullio, per sinergie e filiere sul fronte del ciclo rifiuti. L’Acam, inoltre, rispedisce al mittente i pericoli di rischio emergenza («C’è un accordo con Genova per eventuali smaltimenti nella discarica di Scarpino per tutto il 2010). Altro passaggio importante: la società delle reti.Ivan Strozzi si è preso tempo fino a gennaio-febbraio per tracciare il percorso dello scorporo degli acquedetti che torneranno ai Comuni, i quali assicureranno garanzie sul debito di Acam per 145milioni. L’azienda di via Picco ha consultato i migliori giuristi italiani per un’operazione di vitale importanza per la sua sopravvivenza. Paolo Garbini, infine, si è rivolto alla politica chiedendo proposte e dibattiti su Acam al posto di strumentalizzazione e interventi elettoralistici.
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