La Spezia: primo impianto ligure per la produzione di Cdr (combustibile da rifiuti)
Fonte: adnkronos
Url : http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Liguria.php?id=1.0.2252069107
Genova, 13 giu. - (Adnkronos) - La provincia della Spezia volta pagina nella gestione dello smaltimento dei rifiuti, dotandosi di un impianto che trasforma il rifiuto in risorsa, il Cdr, 'combustibile da rifiuti', destinato alla produzione di energia alternativa. L'opera e' stata realizzata dalla multiutility spezzina Acam in attuazione del piano provinciale dei rifiuti, in localita' Saliceti di Vezzano Ligure, una zona baricentrica e di facile accesso veicolare, compresa tra l'autostrada Genova-Livorno e lo svincolo di accesso che collega il casello di S.Stefano Magra con il raccordo per La Spezia.
L'impianto e' stato concepito per contenere e ridurre l'impatto ambientale, e salvaguardare il territorio che lo ospita grazie alla moderna tecnologia e al supporto di specifiche scelte architettoniche. Raccogliera' oltre 80 mila tonnellate all'anno di rifiuti urbani residui non pericolosi e, attraverso un processo meccanico-biologico, produrra' circa 40 mila tonnellate all'anno di Cdr, utilizzabile nella produzione di energia alternativa.
Il processo prevede una prima fase durante la quale il rifiuto, controllato e pesato all'entrata, viene triturato e separato dai materiali ferrosi. Dopo questo pretrattamento, il rifiuto entra nel cuore dell'impianto, rappresentato dalle biocelle, chiuse ermeticamente e isolate, dove rimarra' il tempo necessario per la biostabilizzazione, processo biologico controllato e accelerato che lo rendera' secco e non piu' putrescibile. Il rifiuto viene infine trasferito nel compartimento di raffinazione e produzione di Cdr. Tutte le operazioni avvengono al chiuso, in locali dotati di sistemi di aspirazione e di ricambio dell'aria, per assorbire gli odori derivanti dalle fasi di lavorazione. L'aria in uscita e' purificata da un biofiltro vegetale posto sulla copertura dell'impianto. Alla fine del processo, meno del 20 per cento del rifiuto in entrata, finira' come materiale inerte igienizzato e stabilizzato in discarica.
La durata dei lavori per la costruzione dell'impianto di Saliceti e' stata pari a 14 mesi. Dal oggi, giorno dell'inaugurazione, saranno effettuate per due settimane le prove in bianco di tutte le apparecchiature, e successivamente quelle a carico, trattando il rifiuto in quantita' via via crescenti fino ad arrivare a regime. Il costo complessivo dell'impianto e' stato di 24 milioni di euro, finanziati in parte da Acam e in parte da un contributo regionale.
L'inaugurazione dell'impianto e' avvenuta alla presenza delle massime autorita' civili e militari provinciali e regionali. Sono intervenuti: il sindaco di Vezzano Ligure, Paola Giannarelli; il presidente della Provincia della Spezia, Marino Fiasella; il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando; il presidente di Acam Spa, Stefano Sgorbini; l'amministratore delegato di Acam SpA, Pierluigi Tortora e l'amministratore delegato dell'impresa costruttrice, la Ladurner di Bolzano, Burkhard Klotz. Monsignor Bassano Staffieri, poi, vescovo emerito della diocesi spezzina, ha benedetto l'impianto. La cerimonia d'inaugurazione si e' conlusa con la visita guidata all'impianto, coordinata dall'ing. Renzo Casadio, direttore dei lavori, affiancato dal collega Giulio Maggi, responsabile per la sicurezza.
"La provincia della Spezia - ha dichiarato il sindaco di Vezzano Ligure, Paola Giannarelli - ha scelto la strada del Cdr, che passa attraverso un miglioramento e un'intensificazione della raccolta differenziata. Per questo dobbiamo avere delle garanzie sul controllo dell'impianto e dei rifiuti in ingresso, affinche' il Cdr ottenuto risponda ai requisiti di legge".
"E' terminata la stagione dei ricorsi e dell'opposizione alla realizzazione dell'impianto - ha dichiarato poi il sindaco di S.Stefano Magra, Juri Mazzanti - questo e' il tempo della responsabilita' e della consapevolezza: lo smaltimento dei rifiuti e' una realta' quotidiana e inderogabile rispetto alla quale, stringenti logiche di campanile, non hanno piu' ragione di essere. L'impianto Cdr va visto oggi piu' di ieri come una soluzione capace di dare risposte certe al fabbisogno provinciale spezzino, ponendo fine allo smaltimento dei rifiuti in siti esterni, con conseguente aggravio sui bilanci delle famiglie e dei comuni".
"L'Amministrazione comunale di S.Stefano Magra - ha proseguito Mazzanti - e' decisa e pronta ad attuare un ferreo controllo sulla funzionalita' dell'impianto, e per questo auspica che si definisca al piu' presto il previsto organismo di vigilanza, affinche' possa essere operativo con l'entrata in servizio dell'impianto Cdr. Con la stessa concretezza, dovra' essere da subito aperta una riflessione seria su investimenti da realizzarsi sull'area, tanto per l'incremento dei servizi, quanto per ridurre l'aggravio di traffico veicolare collegato all'apertura di Saliceti".
"L'avvio dell'impianto che abbiamo realizzato a Saliceti - ha spiegato il presidente Acam, Stefano Sgorbini - chiude una lunga fase di smaltimento a discarica, entro e fuori provincia, dei rifiuti prodotti nel nostro territorio. Si apre ora un nuovo capitolo caratterizzato da tre aspetti molto importanti: la piena autonomia locale nel ciclo di smaltimento, con drastica riduzione delle discariche; un sensibile abbattimento dei costi di gestione a vantaggio dei cittadini, e il recupero di energia mediante la combustione del Cdr, ricavato dal trattamento dei rifiuti urbani".
"L'impianto Cdr di Saliceti - ha aggiunto Sgorbini - e' dimensionato per accogliere i rifiuti raccolti in modo indifferenziato nell'intero comprensorio provinciale. E' dotato di una tecnologia innovativa di ultima generazione, a bassissimo impatto ambientale ed elevata efficienza di trattamento: dal rifiuto in ingresso si recupera oltre il 50 per cento in materia e potenziale energia, il 25 per cento e' restituito in umidita' per evaporazione, e meno del 25 per cento in scarti inerti da avviare a discarica. E' un'eccellenza industriale nel contesto regionale e nazionale - ha concluso il presidente - che si differenzia da altri tipi di impianti Cdr per il sistema di biostabilizzazione dei rifiuti, tramite le biocelle. Per assicurare controlli e trasparenza sulla funzionalita' dell'impianto, sara' costituito un nucleo di vigilanza, nominato dalla Provincia, dai comuni di Vezzano Ligure e S.Stefano Magra e da Acam".
La peculiarita' del momento e' stata sottolineata dall'amministratore delegato Acam, Pierluigi Tortora: "E' un importante evento che corona un obiettivo perseguito e avviato fin dal 2003, e che vede oggi il territorio provinciale dotarsi di un impianto tecnologicamente all'avanguardia in un settore, quello dei rifiuti solidi urbani, attualmente al centro dell'attenzione su scala nazionale e europea. Nell'ambito del binomio energia-ambiente il gruppo Acam ha avviato da alcuni anni comportamenti e strategie coerenti con l'esigenza di rispettare l'ambiente, in un processo che consentira' nel medio termine un cambiamento culturale, e che permettera' di connotare il gruppo per l'attenta responsabilita' sociale. E' in questo quadro - ha concluso Tortora - che il gruppo Acam si pone con attenzione a tutte le nuove tecnologie che, nel pieno rispetto dell'ambiente, permettono la valorizzazione dei prodotti di scarto rivenienti dai processi produttivi di tutti i settori aziendali".
"L'impianto della Spezia - ha spiegato l'amministratore delegato della Ladurner, Burkhard Klotz - e' il secondo impianto per la produzione di Cdr con la tecnologia Ladurner di stabilizzazione a secco del rifiuto, e post trattamento meccanico del materiale bioessicato, per ottenere un Cdr di qualita'. La nostra prima esperienza e' infatti l'impianto di Venezia-Fusina, famoso in tutta Italia e indicato unanimemente come esempio da seguire, oramai in funzione dal 2001 con ottime performance, che produce da oltre 150 tonnellate all'anno di rifiuti circa 90 mila di Cdr forma di fluff, balle e bricchette. A Fusina, nel novembre 1998 - ha concluso Klotz - la regione Veneto ha siglato con provincia e comune di Venezia e Enel, un protocollo d'intesa per l'utilizzo del Cdr in co-combustione con il carbone, nella centrale termoelettrica Enel di Fusina".
Fonte: adnkronos
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Genova, 13 giu. - (Adnkronos) - La provincia della Spezia volta pagina nella gestione dello smaltimento dei rifiuti, dotandosi di un impianto che trasforma il rifiuto in risorsa, il Cdr, 'combustibile da rifiuti', destinato alla produzione di energia alternativa. L'opera e' stata realizzata dalla multiutility spezzina Acam in attuazione del piano provinciale dei rifiuti, in localita' Saliceti di Vezzano Ligure, una zona baricentrica e di facile accesso veicolare, compresa tra l'autostrada Genova-Livorno e lo svincolo di accesso che collega il casello di S.Stefano Magra con il raccordo per La Spezia.
L'impianto e' stato concepito per contenere e ridurre l'impatto ambientale, e salvaguardare il territorio che lo ospita grazie alla moderna tecnologia e al supporto di specifiche scelte architettoniche. Raccogliera' oltre 80 mila tonnellate all'anno di rifiuti urbani residui non pericolosi e, attraverso un processo meccanico-biologico, produrra' circa 40 mila tonnellate all'anno di Cdr, utilizzabile nella produzione di energia alternativa.
Il processo prevede una prima fase durante la quale il rifiuto, controllato e pesato all'entrata, viene triturato e separato dai materiali ferrosi. Dopo questo pretrattamento, il rifiuto entra nel cuore dell'impianto, rappresentato dalle biocelle, chiuse ermeticamente e isolate, dove rimarra' il tempo necessario per la biostabilizzazione, processo biologico controllato e accelerato che lo rendera' secco e non piu' putrescibile. Il rifiuto viene infine trasferito nel compartimento di raffinazione e produzione di Cdr. Tutte le operazioni avvengono al chiuso, in locali dotati di sistemi di aspirazione e di ricambio dell'aria, per assorbire gli odori derivanti dalle fasi di lavorazione. L'aria in uscita e' purificata da un biofiltro vegetale posto sulla copertura dell'impianto. Alla fine del processo, meno del 20 per cento del rifiuto in entrata, finira' come materiale inerte igienizzato e stabilizzato in discarica.
La durata dei lavori per la costruzione dell'impianto di Saliceti e' stata pari a 14 mesi. Dal oggi, giorno dell'inaugurazione, saranno effettuate per due settimane le prove in bianco di tutte le apparecchiature, e successivamente quelle a carico, trattando il rifiuto in quantita' via via crescenti fino ad arrivare a regime. Il costo complessivo dell'impianto e' stato di 24 milioni di euro, finanziati in parte da Acam e in parte da un contributo regionale.
L'inaugurazione dell'impianto e' avvenuta alla presenza delle massime autorita' civili e militari provinciali e regionali. Sono intervenuti: il sindaco di Vezzano Ligure, Paola Giannarelli; il presidente della Provincia della Spezia, Marino Fiasella; il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando; il presidente di Acam Spa, Stefano Sgorbini; l'amministratore delegato di Acam SpA, Pierluigi Tortora e l'amministratore delegato dell'impresa costruttrice, la Ladurner di Bolzano, Burkhard Klotz. Monsignor Bassano Staffieri, poi, vescovo emerito della diocesi spezzina, ha benedetto l'impianto. La cerimonia d'inaugurazione si e' conlusa con la visita guidata all'impianto, coordinata dall'ing. Renzo Casadio, direttore dei lavori, affiancato dal collega Giulio Maggi, responsabile per la sicurezza.
"La provincia della Spezia - ha dichiarato il sindaco di Vezzano Ligure, Paola Giannarelli - ha scelto la strada del Cdr, che passa attraverso un miglioramento e un'intensificazione della raccolta differenziata. Per questo dobbiamo avere delle garanzie sul controllo dell'impianto e dei rifiuti in ingresso, affinche' il Cdr ottenuto risponda ai requisiti di legge".
"E' terminata la stagione dei ricorsi e dell'opposizione alla realizzazione dell'impianto - ha dichiarato poi il sindaco di S.Stefano Magra, Juri Mazzanti - questo e' il tempo della responsabilita' e della consapevolezza: lo smaltimento dei rifiuti e' una realta' quotidiana e inderogabile rispetto alla quale, stringenti logiche di campanile, non hanno piu' ragione di essere. L'impianto Cdr va visto oggi piu' di ieri come una soluzione capace di dare risposte certe al fabbisogno provinciale spezzino, ponendo fine allo smaltimento dei rifiuti in siti esterni, con conseguente aggravio sui bilanci delle famiglie e dei comuni".
"L'Amministrazione comunale di S.Stefano Magra - ha proseguito Mazzanti - e' decisa e pronta ad attuare un ferreo controllo sulla funzionalita' dell'impianto, e per questo auspica che si definisca al piu' presto il previsto organismo di vigilanza, affinche' possa essere operativo con l'entrata in servizio dell'impianto Cdr. Con la stessa concretezza, dovra' essere da subito aperta una riflessione seria su investimenti da realizzarsi sull'area, tanto per l'incremento dei servizi, quanto per ridurre l'aggravio di traffico veicolare collegato all'apertura di Saliceti".
"L'avvio dell'impianto che abbiamo realizzato a Saliceti - ha spiegato il presidente Acam, Stefano Sgorbini - chiude una lunga fase di smaltimento a discarica, entro e fuori provincia, dei rifiuti prodotti nel nostro territorio. Si apre ora un nuovo capitolo caratterizzato da tre aspetti molto importanti: la piena autonomia locale nel ciclo di smaltimento, con drastica riduzione delle discariche; un sensibile abbattimento dei costi di gestione a vantaggio dei cittadini, e il recupero di energia mediante la combustione del Cdr, ricavato dal trattamento dei rifiuti urbani".
"L'impianto Cdr di Saliceti - ha aggiunto Sgorbini - e' dimensionato per accogliere i rifiuti raccolti in modo indifferenziato nell'intero comprensorio provinciale. E' dotato di una tecnologia innovativa di ultima generazione, a bassissimo impatto ambientale ed elevata efficienza di trattamento: dal rifiuto in ingresso si recupera oltre il 50 per cento in materia e potenziale energia, il 25 per cento e' restituito in umidita' per evaporazione, e meno del 25 per cento in scarti inerti da avviare a discarica. E' un'eccellenza industriale nel contesto regionale e nazionale - ha concluso il presidente - che si differenzia da altri tipi di impianti Cdr per il sistema di biostabilizzazione dei rifiuti, tramite le biocelle. Per assicurare controlli e trasparenza sulla funzionalita' dell'impianto, sara' costituito un nucleo di vigilanza, nominato dalla Provincia, dai comuni di Vezzano Ligure e S.Stefano Magra e da Acam".
La peculiarita' del momento e' stata sottolineata dall'amministratore delegato Acam, Pierluigi Tortora: "E' un importante evento che corona un obiettivo perseguito e avviato fin dal 2003, e che vede oggi il territorio provinciale dotarsi di un impianto tecnologicamente all'avanguardia in un settore, quello dei rifiuti solidi urbani, attualmente al centro dell'attenzione su scala nazionale e europea. Nell'ambito del binomio energia-ambiente il gruppo Acam ha avviato da alcuni anni comportamenti e strategie coerenti con l'esigenza di rispettare l'ambiente, in un processo che consentira' nel medio termine un cambiamento culturale, e che permettera' di connotare il gruppo per l'attenta responsabilita' sociale. E' in questo quadro - ha concluso Tortora - che il gruppo Acam si pone con attenzione a tutte le nuove tecnologie che, nel pieno rispetto dell'ambiente, permettono la valorizzazione dei prodotti di scarto rivenienti dai processi produttivi di tutti i settori aziendali".
"L'impianto della Spezia - ha spiegato l'amministratore delegato della Ladurner, Burkhard Klotz - e' il secondo impianto per la produzione di Cdr con la tecnologia Ladurner di stabilizzazione a secco del rifiuto, e post trattamento meccanico del materiale bioessicato, per ottenere un Cdr di qualita'. La nostra prima esperienza e' infatti l'impianto di Venezia-Fusina, famoso in tutta Italia e indicato unanimemente come esempio da seguire, oramai in funzione dal 2001 con ottime performance, che produce da oltre 150 tonnellate all'anno di rifiuti circa 90 mila di Cdr forma di fluff, balle e bricchette. A Fusina, nel novembre 1998 - ha concluso Klotz - la regione Veneto ha siglato con provincia e comune di Venezia e Enel, un protocollo d'intesa per l'utilizzo del Cdr in co-combustione con il carbone, nella centrale termoelettrica Enel di Fusina".
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